RAGUSA – “Chiedo formalmente al sindaco di rassegnare le dimissioni perché ha tradito il patto con gli elettori. E ai consiglieri della sua maggioranza di animare una profonda riflessione perché non era certo questo il futuro che immaginavano”. Lo dice il consigliere comunale di Controcorrente, Saverio Buscemi, intervenuto ieri sera in aula per dire la sua sull’ormai imminente passaggio del primo cittadino di Ragusa, Peppe Cassì, a Forza Italia. “In pratica – ha aggiunto Buscemi – ritengo che il re sia nudo. E non lo dice Saverio Buscemi, lo dicono i commenti di numerosi cittadini sulla pagina social in cui Cassì ha dato la comunicazione della propria scelta. Una quantità di insulti e di critiche come non era mai accaduto. Il motivo? Tutte queste persone si sono sentite tradite dal primo cittadino perché in lui avevano riposto la propria fiducia circa la valenza di un progetto civico che rappresentava il faro di riferimento dell’azione politica e amministrativa. Poi, mi rivolgo ai miei ex colleghi di maggioranza, soprattutto a quelli delle liste civiche o che resteranno civici anche dopo la svolta visto che molti sicuramente seguiranno il sindaco e che oggi si trovano a dover giustificare una decisione non discussa né condivisa ma comunicata all’ultimo momento, durante una riunione, quando ormai tutto era già deciso e subito dopo, come da copione, annunciata attraverso i social. Una riunione di cortesia non per confrontarsi, ma per notificare una scelta già confezionata, una recita a beneficio degli esclusi. Una scelta, in pratica, presa dentro il solito cerchio magico, talmente ristretto da escludere perfino i suoi nuovi compagni locali di Forza Italia oltre naturalmente ad alcuni dei suoi alleati”.
“Quindi – ancora Buscemi – chiedo agli ex colleghi di maggioranza di svegliarsi da due anni in cui siete stati, così come lo sono stato anch’io prima di recedere da questo ruolo, di fatto declassati a semplici ratificatori di scelte prese altrove da una sparuta maggioranza che stabilisce, comunica tramite voi ed esegue. E allora dico che è arrivato il momento di riprendersi la propria dignità, di riprendersi il proprio ruolo, quello per cui i cittadini vi hanno votato, vi hanno creduto, vi hanno dato fiducia a suon di voti. Un ruolo di coerenza, di autorevolezza e non di cieca obbedienza. Ma, del resto, come si può dire di no al vicepremier Tajani? Il sindaco sa che è facilissimo, sarebbe bastato opporre un diniego e affermare: amo la mia città e intendo continuare per il suo bene anche senza il terzo mandato. Nella prossima legislatura avrebbe potuto essere vicesindaco, assessore, consigliere di una nuova alleanza o della stessa alleanza civica coerente con i suoi valori originali.
Sono certo che se avesse scelto la coerenza non ci sarebbe stata partita per nessuno. E invece no, ha deciso con questa azione di riaprire la partita, ha scelto di deludere una città intera, chi gli aveva dato fiducia, più di 21mila persone, per inseguire un tornaconto personale che lo porterà ad abbandonare la sua città un anno e mezzo prima della scadenza naturale del suo mandato, inseguendo il sogno di cambiare poltrona. A mio avviso, c’è stato un tradimento nei confronti della città e dei ragusani. E questo tradimento si consuma decidendo di aderire a Forza Italia ed elogiando un presidente Schifani come esempio di buon governo. Ma stiamo parlando dello stesso governatore della Sicilia che in questo momento sta vivendo una fase imbarazzante della propria storia politica tra dossier, indagati, fondi persi, Sanità in crisi e una gestione che, di fatto, ci ha trasformato nello zimbello nazionale? Chiediamo rispetto per la città e per i cittadini. Ed ecco perché l’istituto delle dimissioni è l’unico atto di coerenza che Cassì dovrebbe adottare in questa controversa fase”.