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Ancora disservizi idrici a Modica: centinaia di famiglie costrette a ricorrere alle autobotti

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Ancora disservizi idrici a Modica: centinaia di famiglie costrette a ricorrere alle autobotti

MODICA – Da un paio di settimane, determinate aree di Modica Bassa e Modica Alta sono state investite da una fortissima crisi idrica che, volente o nolente, mina le normali abitudini di centinaia di famiglie. Secondo quanto affermato, tale condizione si deve ad una significativa e repentina riduzione del livello di falda alla sorgente “San Pancrazio”. Gli abitanti dei quartieri anzidetti sono costretti a richiedere l’intervento delle autobotti affinché possano avere un minimo di ristoro. Il servizio, dato l’enorme numero di utenti da servire, seppur efficiente, non è in grado di garantire il trasporto dell’acqua, in tempi rapidi, facendo rimanere, anche per giorni, alcune famiglie a secco. Una condizione del genere è insostenibile: la risorsa idrica è un bene primario di cui l’uomo non può fare a meno.

È certo che un evento di tale portata genera notevoli difficoltà soprattutto per coloro che sono titolari di un esercizio commerciale pregiudicando la loro attività di impresa, in un periodo, come quello natalizio, molto importante, in particolar modo, per la ristorazione. C’è chi si cela dietro il fatto che non piova da mesi creando, quindi, il disservizio; ma questa affermazione, secondo la geologia, è vuota di significato, visto che l’acqua che sgorga oggi dalle sorgenti deriva dalle piogge di circa 30/40 anni fa. Possiamo dedurre che la responsabilità non è imputabile, almeno per il momento, al cambiamento climatico, bensì al malfunzionamento delle condutture (infrastrutture che risalgono alla fine degli anni ’60 del secolo scorso). È importante dire che da qualche tempo, ormai, il comune di Modica, assieme agli altri comuni della Provincia Iblea, ha affidato il servizio idrico alla società in house “Iblea Acque S.p.A.”.
Fondamentale, a tal proposito, è un intervento della Suprema Corte di Cassazione che sottolinea come: “con riguardo al pubblico servizio di distribuzione di acqua potabile l’affidamento da parte del comune del detto servizio ad un concessionario comporta per quest’ultimo l’obbligo di mantenere in buono stato le condutture dell’impianto di distribuzione all’uopo predisposto, che è strumentale rispetto al servizio oggetto della concessione”. Questo per sottolineare il fatto che la rottura di una conduttura, a meno che non dipenda dal verificarsi di una calamità naturale, non può ritenersi come evento imprevedibile tale da escludere la responsabilità del concessionario (nel caso di specie la società “Iblea Acque”) per i danni e i disagi arrecati agli utenti.

Sempre sulla stessa lunghezza d’onda, la giurisprudenza ha sottolineato come l’omessa fornitura di acqua potabile, genera notevoli disagi, quali: la difficoltà ad attendere all’igiene personale e della casa, l’impossibilità di usare acqua calda, elettrodomestici per soddisfare le esigenze di vita primarie e basilari. Suddetti disagi, ripercuotendosi sul diritto alla qualità della vita ed alla libera estrinsecazione della personalità, tutelata dall’art. 2 della Costituzione, fanno riconoscere il risarcimento del danno esistenziale. Detto ciò, non resta che sperare in un concreto intervento che risolva definitivamente il problema, adottando, eventualmente, nuovi metodi capaci di sfruttare fonti alternative, come la desalinizzazione dell’acqua marina, augurandoci che il nuovo anno, oltre alla salute ed alla serenità, ci porti anche un po’ d’acqua.