Il rischio dissesto per 200 milioni di euro spacca la maggioranza a Modica. Il sindaco attende il “miracolo” tramite un emendamento caldeggiato dall’on.  Abbate

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Il rischio dissesto per 200 milioni di euro spacca la maggioranza a Modica. Il sindaco attende il “miracolo” tramite un emendamento caldeggiato dall’on. Abbate

MODICA – L’ombra del dissesto per circa 200 milioni di euro spacca la maggioranza a Modica. In una nota a firma del presidente del consiglio comunale Maria Cristina Minardo e dei consiglieri Piero Armenia, Michelangelo Aurnia, Fabio Borrometi, Margherita Cascino, Cristina Cecere, Giorgio Civello, Neva Guccione e Daniela Spadaro si chiede conto e ragione al sindaco Maria Monisteri e all’assessore al bilancio Delia Vindigni su come ci si stia muovendo nel concreto, in attesa della data di audizione davanti alla Corte dei Conti di Palermo che sarà fissata il prossimo gennaio. La precedente convocazione è slittata su richiesta di rinvio presentata dallo stesso ente per perfezionare la relazione da sottoporre all’attenzione dei giudici contabili per evitare il dissesto economico finanziario. La nuova convocazione nel capoluogo siciliano potrebbe comportare la decisione riguardo alla dichiarazione di dissesto, nel caso il documento contabile non dovesse convincere del tutto. In tal caso arriverebbero dei commissari per gestire i bilanci. Intanto il sindaco Monisteri attende il “miracolo” tramite un emendamento caldeggiato dal suo predecessore, l’onorevole Ignazio Abbate, con cui si punterebbe a “spalmare” i debiti in trent’anni, salvando il comune dal baratro ma scaraventando responsabilità ed oneri sulle amministrazioni future e sulle nuove generazioni.

Uno scenario, che, evidentemente, non convince tutta la maggioranza, alla luce della nota dei 9 consiglieri comunali, i quali rilevano che “Il Responsabile del servizio finanziario del Comune di Modica ritiene che l’Ente non è in condizioni di garantire l’assolvimento delle funzioni e dei servizi indispensabili ed non è in grado di assolvere a crediti liquidi ed esigibili, oltre a Debiti fuori bilancio e copertura disavanzi partecipate, il tutto in violazione degli obblighi di cui ai commi 1,2,3 dell’art. 191 del Tuel”. Lo stesso dirigente prende atto “dell’importante squilibrio strutturale provocato dal maggior disavanzo di amministrazione rideterminato dalla Sezione Regionale siciliana della Corte dei Conti relativo alle annualità 2021, 2022…omissis…determina l’impossibilità di recupero e che pertanto l’unica via percorribile è l’avvio della procedura di dichiarazione di dissesto finanziario”.