Il Black Friday 2024: un’occasione importante ma con meno appeal che condizionerà le vendite di Natale, il saldo complessivo risulterà negativo di circa il 20%. “I dati dell’osservatorio di Findomestic – dichiara Giovanni Felice Vice Presidente Nazionale di Confimprese Italia e coordinatore di regionale di Confimprese Sicilia – fanno emergere uno spaccato significativo dello stato d’animo dei cittadini e consumatori italiani che si preparano a partecipare alla corsa agli sconti con il freno tirato, tra timori economici ed incertezze finanziarie. con un portafoglio più contenuto e con un occhio attento al budget. A detta dell’osservatorio Findomestic “la flessione dei consumi è legata ad un clima di preoccupazione persistente. Nonostante l’inflazione sotto controllo, il caro-prezzi ed il calo del potere d’acquisto (citato dal 39% degli intervistati) rimangono i principali fattori di freno. Solo un quarto degli italiani (26%) considera il periodo attuale un buon momento per fare acquisti”. Ma c’è di più. Continua Felice: “Anche i temi globali, come le guerre in corso e il cambiamento climatico, preoccupano gli italiani e influenzano la loro propensione al consumo, con il 35% che considera la situazione mondiale una delle principali cause di incertezze. La stessa fonte ritiene che “Nonostante le incertezze economiche, molti consumatori prevedono di spendere una cifra simile a quella dell’anno scorso, con oltre il 50% che opterà per piattaforme online come Amazon ed eBay. Tuttavia, i centri commerciali e i negozi fisici continueranno a giocare un ruolo chiave”.”
Altri segnali allarmanti arrivano da una ricerca di Shopify secondo cui “nonostante il leggero allentamento della pressione del costo della vita, il 67% degli italiani dichiara di aver ridotto la propria spesa discrezionale negli scorsi mesi”. La maggior parte, secondo Shopify, (65%) si dichiara comunque intenzionato a sfruttare il Black Friday 2024 per effettuare le proprie spese in vista delle festività natalizie, con uno scontrino medio pari a 219 euro (che sale a quota 391 euro per “gli entusiasti” della stagione di shopping). Un dato che conferma come questo evento di forte scontistica, ormai quasi obbligato data l’aspettativa collettiva e la crescente adesione, non dia necessariamente maggiore spinta ai consumi. “Quest’ultimo dato- chiosa Felice – evidenzia come si continua a ridurre la marginalità per le aziende impegnate, praticamente per tutto l’anno in campagne promozionali. Oramai il Black Friday è un appuntamento atteso anche per gli acquisti ordinari come evidenziato da Shopify”. Sempre secondo Shopify, “quasi 7 italiani su 10 che prevedono di effettuare la maggior parte degli acquisti durante il l’evento shopping, la metà ha iniziato a preparare la propria wish-list da inizio ottobre e ben il 22% è già pronto da giugno””. Stando invece ai numeri divulgati da Idealo, “il 95,5% degli intervistati considera ormai il Black Friday un appuntamento fisso, mentre il 70% si dichiara già certo di approfittare degli sconti per compiere almeno un acquisto anche nel 2024”.
Altro elemento negativo la vicinanza del Black Friday con il Natale che, come afferma Alfie Staples, Senior Global Insight Manager di Awin Global (servizi pubblicitari): “Il Black Friday tardivo si avvicina al Natale e potrebbe cambiare le motivazioni di acquisto”. Tra le motivazioni d’acquisto, che fanno anticipare lo shopping al periodo del Black Friday, gli acquisti a prezzo scontato, dei regali natalizi”. “L’osservazione delle varie analisi – afferma il Vice presidente nazionale di Confimprese Italia e coordinatore regionale di Confimprese – impone almeno due elementi di riflessione: la rilevanza assunta dal commercio on line che ha superato il 50% delle vendite nelle intenzioni di acquisto, e lo stato di preoccupazione dei cittadini rispetto alla condizion di crisi percepita dagli italiani che finisce, oltre all’evidente calo del potere di acquisto, a frenare i consumi.
Il Black Friday – conclude Giovanni Felice – ha rappresentato un importante impulso all’economia poiché era un’occasione per fare acquisti aggiuntivi. Finita questa funzione propulsiva si trasforma in una semplice operazione di vendita che finisce per spostare flussi di clientela tra un settore ed un altro, dal commercio fisico al commercio on line e dalla piccola distribuzione ai centri commerciali. Servono eventi che procurano stimoli all’economia, ed in quest’ottica sarebbero opportuni “Day shop” concordati con le associazioni di Categoria, ma servono soprattutto misure politiche capaci di aumentare il potere di acquisti, soprattutto delle classi sociali meno abbienti. D’altronde se l’8,4% delle famiglie Italiane è in condizioni di povertà assoluta non c’è da meravigliarsi se c’è una flessione dei consumi”.