MODICA – La città di Modica resta con le antenne telefoniche 5G, che saranno solo spostate di qualche decina di metri rispetto ai luoghi contestati dai residenti, perchè altrimenti non funzionerebbero: dal quartiere Dente, a 2 passi dal centro storico, al quartiere Sorda, passando per il polo commerciale, nella zona nuova e in espansione, le antenne restano installate, e ne saranno aggiunte altre, anche sulla base del piano Polab a suo tempo commissionato dall’amministrazione comunale. Le antenne 5G, quindi, “coabiteranno” con le decine di migliaia di residenti, che se le ritroveranno a 2 passi da casa svettare in cielo dai loro 30 metri e oltre di altezza. Ma per assurdo, più vicina è l’antenna, meno male fa dal punto di vista delle radiazioni emesse, stando a quanto sostengono gli esperti del settore. Bisogna rendersi conto del fatto che queste antenne hanno una gittata molto limitata: per far prendere in sostanza linea telefonica e internet in centro, non si possono installare in aperta campagna, altrimenti non funzionano. E le grosse aziende hanno interesse ad installarle in luoghi popolosi, in modo da stipulare il numero di contratti maggiore possibile e moltiplicare le utenze. Ecco perché non sarà mai installata nessuna antenna, ad esempio, in prossimità dell’autostrada per Modica, dove la linea cade pedissequamente: a nessuna società converrà mai spendere soldi dove non insistono aziende, uffici o abitazioni private con cui fare contratti, tenuto conto che la costruzione di un’antenna telefonica 5G costa mediamente sugli 80.000 euro, con un ulteriore costo di locazione annuale del terreno su cui viene installata che si aggira mediamente sui 12-14.000 euro annui.
Intanto Assoutenti, in rappresentanza dei cittadini, ha chiesto la convocazione di una seduta aperta del consiglio comunale. Il problema alla fonte, ma sempre in maniera piuttosto relativa, era stato creato tempo fa dal mancato riscontro degli uffici preposti alle proposte collocazione delle antenne avanzate dalle ditte, anche via pec, quindi con documenti aventi valore legale. In mancanza di risposte, è prevalso il criterio del silenzio assenso, e le ditte sono andate avanti, con i risultati che ora sono sotto, o meglio, sopra, gli occhi di tutti. L’assessore Tino Antoci, da noi contattato al telefono, conferma che questa amministrazione ha fatto tutto quanto era in suo potere per ovviare a certe conseguenze e venire incontro alle legittime esigenze dei cittadini contro le cosiddette installazioni selvagge, “Ma, il regolamento nazionale dettato dal Governo Meloni pone gli enti locali nelle condizioni di influire poco o nulla sulle decisioni assunte dalle ditte private, forti delle autorizzazioni di cui sono già in possesso per legge e secondo piani già stabiliti a livello di normative e condizioni. Da parte mia – continua Antoci – posso dire che siamo l’unico ente del comprensorio che si sta occupando della problematica, effettuando misurazioni e proponendo soluzioni alternative, laddove possibile. Difendo dunque il piano redatto dalla Polab, che eccelle per competenze e professionalità perché mi preme precisare che abbiamo a cuore in primis – conclude Antoci – la salute dei cittadini”.