RAGUSA – “E’ stato presentato a Roma il piano industriale dell’Eni dove viene confermato quello che già era nell’aria, ovvero la dismissione della chimica di base che colpisce gli stabilimenti siciliani compreso Versalis a Ragusa. Più che piano industriale è un piano di dismissione e disimpegno dove è apparso in maniera purtroppo chiara l’inesistenza di un progetto di trasformazione. Non c’è prospettiva di sviluppo ne è una chiara volontà di mettere investimenti concreti per la riconversione”. Lo dice il segretario generale della Cgil Peppe Scifo.
“La chiusura di Versalis – dice Scifo – significa per Ragusa una drastica riduzione del perimetro industriale con gravi ricadute occupazionali ed economiche. A rischio tutti i posti di lavoro del sito, soprattutto quelli dell’indotto che perderanno immediatamente il lavoro nel momento in cui sarà fermato l’impianto come annunciato da Eni. Questa dell’Eni è una tappa drammatica dentro il percorso di deindustrializzazione che sta attraversando l’Italia. A pesare ancora di più c’è l’assenza di un ruolo del Governo che sta alla finestra a guardare questi processi. Compreso quello regionale che in assenza di una visione strategica sull’industria nell’isola rimane immobile ed assistere passivamente alla desertificazione produttiva. Per questo già ieri stesso a Roma è stato proclamato lo stato di agitazione dei lavoratori dei siti Eni sia del diretto che nell’indotto. Anche a Ragusa avvieremo una mobilitazione per dire no alla dismissione di Eni e – conclude il sindacalista – per chiedere un vero piano industriale di riconversione che non può e non deve prevedere primo, secondo e terzo tempo, ma chiarezza e concretezza affinché nessun posto di lavoro venga perduto”.
Intanto il sindaco, la Giunta e i consiglieri comunali di maggioranza fanno quadrato a seguito della presentazione da parte di Eni del piano strategico 2024/27 che prevede un progetto di trasformazione, decarbonizzazione e rilancio di Versalis anche in un’ottica di decarbonizzazione del business della chimica da realizzare entro il 2029. “Pur apprezzando – si legge nella nota – il fatto che tale piano di trasformazione, con un investimento di circa 2 miliardi di euro, si muova dentro la prospettiva della necessaria transizione ecologica e conseguentemente si impegna a ridurre di circa un milione di tonnellate le emissioni di CO2 pari al 40% delle emissioni in Italia di Versalis; prevedendo altresì nuovi impianti industriali coerenti con la transizione ecologica, la decarbonizzazione dei siti industriali, la bioraffinazione, l’accumulo di energia e la sostanziale fuori uscita di Versalis dalla chimica di base per investire nello sviluppo delle nuove piattaforme della chimica da rinnovabili, circolare e per prodotti specializzati; esprimiamo tuttavia grande preoccupazione per il rischio che il ridimensionamento della produzione nei siti coinvolti comporti un conseguente ridimensionamento dei livelli occupazionali, sia diretti che derivanti dall’indotto, e un declino rilevante del tessuto economico dell’area ragusana”. A tal proposito i consiglieri di maggioranza hanno presentato un apposito atto di indirizzo che verrà discusso in Consiglio comunale nel corso della prima seduta utile.
Infatti, come si evince dal documento strategico, l’implementazione di questo piano, comporterà la cessazione delle attività degli impianti cracking a Brindisi e Priolo e del polietilene a Ragusa. L’Amministrazione considera il mantenimento degli attuali livelli occupazionali non un obiettivo da raggiungere ma un punto di partenza per creare nuova occupazione sulla scia del grande progetto di rinascita del mezzogiorno, e della Sicilia in modo particolare, che fu di Enrico Mattei.
“Del resto – prosegue la nota – il territorio ragusano è sicuramente a credito con Eni e con la comunità nazionale per lo sfruttamento del sottosuolo e per l’utilizzo fin dagli inizi del secolo scorso, del suo capitale umano ed ambientale. Mantenere nel ragusano impianti industriali per produzione di bioplastiche si coniuga in modo sinergico con altri settori produttivi come quelli dell’agroalimentare. Il Sud Est della Sicilia si offre già come modello industriale a marcata transizione ecologica se, come è sotto gli occhi di tutti, gli impianti di Gela producono oggi biocarburanti, se Enimed estrae 30.000 metri cubi di gas al giorno a Ragusa ed Enel acquista giornalmente 24 megawatt di energia elettrica prodotta da un cogeneratore alimentato dal gas prodotto. Per tali motivi sarà impegno precipuo dell’Amministrazione – chiude la nota – tenere aperto un tavolo di confronto con Eni, perché la giusta ristrutturazione industriale non si trasformi in un nuovo strumento di sottosviluppo del nostro territorio e una perdita di posti di lavoro”.
Eni ha messo a punto il Piano di trasformazione e rilancio, anche in ottica di decarbonizzazione, del business della chimica. Il piano di trasformazione, che implica circa 2 miliardi di euro di investimenti e un taglio in termini di emissioni di circa un milione di tonnellate di CO2, circa il 40% delle emissioni di Versalis in Italia, prevede nuovi impianti industriali coerenti con la transizione energetica e la decarbonizzazione dei vari siti industriali, nell’ambito della chimica sostenibile ma anche della bioraffinazione e dell’accumulo di energia. Per consentire di realizzare i nuovi impianti, cesseranno le attività degli impianti cracking a Brindisi e Priolo, e del polietilene a Ragusa. Al termine del processo la trasformazione porterà un impatto positivo dal punto di vista occupazionale, contrastando le inevitabili conseguenze negative che la crisi strutturale e consolidata del settore a livello europeo avrebbe in questo ambito. Il Piano, che sarà implementato entro il 2029, punta a investire nello sviluppo delle nuove piattaforme della chimica da rinnovabili, circolare e per prodotti specializzati, i cui mercati sono in crescita e nei quali Versalis ha acquisito una posizione di leadership.
Eni punta a ridurre drasticamente l’esposizione di Versalis alla chimica di base, settore che versa in una crisi strutturale e ormai irreversibile a livello europeo, e che ha comportato perdite economiche che, in termini di cassa, hanno sfiorato i 7 miliardi di euro negli ultimi 15 anni, di cui 3 nell’ultimo quinquennio. Eni possiede tutte le capacità per implementare questo piano ambizioso di trasformazione, come più volte dimostrato nel processo di trasformazione della raffinazione tradizionale in bio, e otterrà, a valle del Piano di trasformazione e rilancio, una chimica di Versalis focalizzata su un portafoglio downstream di elevato valore composto da compounding e polimeri specializzati, biochimica e prodotti da economia circolare: un portafoglio coerente con la strategia di Eni improntata alla tecnologia e focalizzata su business legati alla transizione energetica con vantaggi competitivi. A questo si accompagnerà una nuova struttura societaria sviluppata secondo il modello satellitare: la Biochimica (inclusa Novamont), il Downstream (con le acquisizioni di Finproject e Tecnofilm), la Circolarità (attraverso lo sviluppo del riciclo chimico e meccanico), e la chimica di base (risultante dalle azioni di razionalizzazione e riposizionamento sui polimeri).