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Tutta la Sicilia è scesa in piazza contro il caro bollette. Servirà?

Da Palermo a Trapani, da Messina a Ragusa la Sicilia è scesa in piazza contro il caro bollette. Nel capoluogo ibleo una mobilitazione provinciale si è tenuta in piazza Matteotti con la partecipazione di rappresentanti del mondo industriale del lavoro e sindacale. A Palermo sono state bruciate le bollette come forma di estrema protesta ma la rabbia e la preoccupazione investe tutti i settori. Nel Ragusano una delegazione della Cna è stata ricevuta dal prefetto a Ragusa, cui è stato consegnato un documento programmatico rivendicativo con proposte e suggerimenti da indirizzare al governo nazionale. Confartigianato ha fatto un po’ di conti e prevede che il caro-energia possa cancellare 63.000 piccole imprese siciliane, quasi il 23% del totale, e di lasciare senza lavoro 165.240 addetti. Lo studio dell’Osservatorio economico di Confartigianato individua 10 comparti manifatturieri energivori dei settori ceramica, vetro, cemento, carta, metallurgia, chimica, raffinazione del petrolio, alimentare, bevande, farmaceutica, gomma e materie plastiche e prodotti in metallo. A rischio anche 16 “cluster manifatturieri” che comprendono attività del tessile, taglio, piallatura e fabbricazione di prodotti in legno, stampa, produzione di batterie di pile e accumulatori elettrici, apparecchi per uso domestico, parti e accessori per autoveicoli e loro motori, fornitura e gestione di acqua e rifiuti. Poi ci sono 17 comparti dei servizi messi maggiormente sotto pressione dall’escalation dei prezzi di energia elettrica, gas e carburanti, con una maggiore diffusione di margini più contenuti e rapidamente erosi dal caro-energia. Si tratta dei settori commercio di materie prime agricole e prodotti alimentari, alloggio, ristorazione, servizi di assistenza sociale residenziale, servizi di asili nido, attività sportive (piscine, palestre), parchi di divertimento, lavanderie e centri per il benessere fisico. A questi si aggiungono i settori del sistema dei trasporti colpiti dall’aumento del costo del gasolio, trainato dall’escalation dei prezzi di gas ed elettricità delle ultime settimane: si tratta delle imprese dei comparti di trasporto merci su strada e servizi di trasloco, taxi, noleggio di autovetture e autobus con conducente, il trasporto marittimo e per vie d’acqua. Colpita anche la logistica, con il magazzinaggio e le attività di supporto ai trasporti; su alcune di queste attività, come nella intermediazione di prodotti agricoli e alimentari, gravano anche i pesanti rincari per la refrigerazione delle merci deperibili. “Siamo in una fase molto difficile – dice Daniele La Porta, presidente di Confartigianato Sicilia – Prima la pandemia, ora la guerra nel cuore dell’Europa, con la sua crisi umanitaria e i gravi effetti sulla nostra economia. È adesso che l’associazionismo d’impresa riemerge in tutto il suo vigore, assume responsabilità ancora più fondamentali per offrire alle aziende il sostegno indispensabile per resistere a tempi così critici”. Confermata per il 7 novembre una manifestazione regionale di mobilitazione generale.