Chiaramonte celebra Vincenzo Rabito. Sarà “Festacrante”, così come l’avrebbe chiamata lo stesso scrittore “inalfabeto” protagonista di un clamoroso successo letterario. L’appuntamento è per domenica 16 quando studiosi e traduttori si ritroveranno in vari luoghi simboli della cittadina montana iblea: la sala Sciascia; le 2 società di mutuo soccorso di piazza Duomo, il circolo di conversazione, l’ex chiesa di Santa Teresa. In collegamento con tutti i siti saranno proposte letture di brani tratti dai 2 libri di Rabito, proiezioni cinematografiche, performance teatrali e composizioni musicali: tutte le opere sono tratte o collegate ai testi di Rabito, autore inconsapevole di 2 romanzi che lo consegnano alla letteratura popolare. Dopo «Terra matta», che lo ha portato all’attenzione della critica letteraria e del grande pubblico, Vincenzo Rabito ha scritto «Il romanzo della vita passata», pubblicato in questi giorni da Einaudi, un diario articolato in 4 libri, che ripercorre la vita dell’autore. Il dattiloscritto è stato recuperato e curato dal figlio Giovanni che vive in Australia e sarà uno dei protagonisti dell’appuntamento chiaramontano. Sia in «Terra matta», dal quale la regista Costanza Quatriglio e Chiara Ottaviano hanno ricavato un film, sia nel nuovo «romanzo» Rabito racconta la sua vita «molto desprezzata e maletrattata» che incrocia molti passaggi della storia d’Italia. Rabito, morto nel 1981, usa una lingua inesistente con parole inventate o riadattate separate da un punto e virgola. Lo stile dello scrittore analfabeta (non è andato a scuola perché veniva da una famiglia molto povera) è stato studiato dalla critica che ha messo in luce l’originale scrittura e manipolazione della lingua, frutto di una consapevolezza e di una cultura popolare che l’autore riesce a far rivivere.