La Sicilia si spopola: negli ultimi 2 anni 92.833 siciliani hanno scelto di andare via e la popolazione è passata da 4.875.290 a 4.782.457 residenti. E’ quasi il 2% in meno di popolazione ed in particolare della fascia più giovane, che va dai 20 ai 30 anni, in cui si registra l’esodo più consistente e la migrazione avviene verso Lombardia, Lazio e Piemonte. Ai giovani si sono ora aggiunti gli over 40. I dati ufficiali dell’Istat fotografano una regione che si impoverisce di risorse umane e dove le nascite sono in costante calo. C’è tuttavia una nota positiva perché il dato sui rimpatri dice che 21.130 siciliani sono rientrati dall’estero, soprattutto grazie allo smart working che ha consentito a tantissimi dipendenti di società che operano all’estero, di tornare a casa e trasferire la residenza. E’ uno dei (pochi) effetti positivi del lockdown che ha modificato tempi e metodi di lavoro. Inoltre ci sono oltre 8 mila stranieri che hanno scelto la Sicilia approfittando dell’iniziativa promossa da alcuni comuni, soprattutto della Sicilia interna, che hanno concesso case sfitte ad un euro. In questo elenco ci sono Bivona, Calatafimi Segesta, Gangi, Mussomeli, Salemi, Sambuca di Sicilia, Troina, ma nessun comune ibleo. Lo spopolamento è inoltre accentuato dalla denatalità. In Sicilia il tasso delle nascite è al di sotto della media a causa dell’instabilità socio-economica e una regione senza welfare che scoraggia anche chi un figlio lo vorrebbe. Molti giovani non possono permettersi un figlio. Le coppie under 40 hanno spesso un lavoro precario e posticipano la prima gravidanza in attesa di una stabilità economica che non sempre arriva. Succede così che la media di figli per coppia sia di un solo figlio rispetto ai 2 in Europa.