Il superbonus 110 funziona ma si teme una brusca frenata. In Sicilia la misura voluta per incentivare ristrutturazioni di edifici e case singole ha messo in moto un giro di 4 miliardi. Il settore edilizio ha preso una grande boccata di ossigeno con 2.000 nuove imprese operanti e circa 14.000 occupati in più. Erano poco più di 55.000 ad inizio dell’anno rispetto ai 41.000 del 2018. I cantieri aperti sono 21.000 suddivisi in 2.500 condomini e 15.000 villette. Le continue modifiche al decreto che ha istituito il Bonus per contrastare abusi e malaffare ha tuttavia portato alla chiusura dei canali di finanziamento da parte delle banche lasciando su campo imprese indebitate, ponteggi abbandonati, lavori lasciati a metà e lavoratori a casa. Il timore è che nelle pieghe di una situazione di stallo si inseriscano usurai senza scrupoli pronti a rilevare la cessione del credito a prezzi stracciati. Segnalati casi di società che acquistano i crediti con oltre il 30% in meno di quanto valgono. Uno dei motivi del blocco è la rinuncia di Cassa Depositi e prestiti e Poste italiane ad erogare crediti alle imprese e alle banche che non sono disponibili a finanziare. E’ così che tutto si è fermato e nel contempo il costo dei materiali cresce per l’effetto guerra ed inflazione. Una tempesta perfetta che rischia di portare al fallimento anche imprese solide non più in condizione di andare avanti. Ance e Sicindustria hanno lanciato l’allarme usura perché se si ferma questo polmone tutta l’economia siciliana farà un passo indietro ed i fallimenti saranno tanti. Cresce infatti il numero delle imprese che sta rinunziando ad andare avanti ed il pericolo è che a fine anno dovranno restituire i soldi per non avere rispettato i termini di consegna lavori. Il settore più a rischio è quello delle villette unifamiliari i cui lavori devono essere conclusi entro il 31 dicembre. Se questa è l’emergenza più vicina si profila anche quella dei condomini, i cui lavori di ristrutturazione ed efficientamento energetico devono essere completati entro dicembre 2023. Una delle soluzioni proposte per uscire da una fase di stallo preoccupante è quella avanzata da Sicindustria che chiede che le scadenze siano prorogate e spalmate in un periodo più lungo.