L’insegnamento di Gesù

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L’insegnamento di Gesù

L’INSEGNAMENTO DI GESU’

I quattro evangelisti (Matteo, Marco, Luca e Giovanni) si soffermano dettagliatamente nel descrivere la vita pubblica di Gesù, il suo insegnamento e le opere straordinarie operate. Gesù si è manifestato ai suoi contemporanei nelle vesti di un predicatore itinerante. Sebbene non risulti che abbia mai frequentato le scuole rabbiniche dell’epoca, in piena armonia e continuità con le promesse dei profeti, è presentato da tutti gli evangelisti come un “Maestro”. La loro narrazione è incentrata sull’azione salvifica del “Figlio di Dio” che si è fatto uomo.

Il messaggio religioso di Gesù era fondamentalmente un messaggio di gioia che si basava sull’annuncio del regno di Dio che stava per irrompere nel mondo. Gesù manifesta il ‘nuovo volto’ di un “Dio benevolo che è Padre”, di un Dio che non ha nei confronti dell’uomo un atteggiamento distaccato o autoritario, bensì intimo, affettuoso e amorevole, di un Dio che vuole il bene di ognuno dei suoi figli.

Incentrava il suo messaggio nel servizio umile e nel sacrificio per il prossimo, rivelandosi “l’uomo per gli altri”. Nel mantenersi in questa disposizione d’animo, Gesù stesso non praticava il digiuno né lo imponeva ai suoi discepoli, perché diceva che il tempo della preparazione penitenziale era finito. In modo chiaro Gesù col suo insegnamento ha messo l’accento forte su un amore senza confini per Dio e per il prossimo, proclamando perfino l’amore per i nemici. Il male non si vince dando il contraccambio, in questo modo viene solo raddoppiato. Il male, secondo Gesù, si vince con il bene: questa è l’unica forza per sopraffarlo.

 Le parole illuminate di Gesù toccavano i problemi più scottanti del suo tempo, quali le osservanze religiose, la famiglia, i precetti morali, i rapporti con il potere politico. Il suo agire era incentrato sull’annuncio amorevole e gioioso di un Dio che accoglieva i peccatori e offriva loro il perdono, senza richiedere il normale pentimento da mostrarsi attraverso sacrifici, digiuni e rituali, com’era in uso nella religiosità giudaica del tempo. Questa pratica di rallegrarsi nello stare in compagnia e nel mangiare insieme alla gente dei bassifondi o di associarsi con persone considerate perdute, metteva Gesù in uno stato d’impurità rituale agli occhi degli stretti osservatori della Legge, i quali lo esposero anche al ridicolo facendolo apparire come “un mangione e un beone”. Questa probabilmente fu una delle ragioni per cui la maggior parte dei giudei più zelanti si opposero a questo predicatore anticonformista.

Le azioni di Gesù di guarire, di esorcizzare, di andare in cerca della pecorella smarrita, di mangiare con i peccatori, di rimettere i peccati, di insegnare alle folle, di discutere con gli oppositori, erano tutte espressioni concrete del suo servizio di amore verso il prossimo e l’umanità tutta. In realtà la parola “amore” non ricorre esplicitamente nei detti autentici di Gesù; ma mettendo insieme tutti i suoi proclami che trattano di misericordia, compassione e doveri verso gli altri, i risultati ritraggono un Gesù che pone l’accento sul principio di manifestare amore senza limiti e senza misura, a riprova della forte richiesta morale su cui si basava il suo insegnamento. I principi etico-morali proclamati da Gesù nel corso della sua predicazione scaturivano dal suo insegnamento dottrinale. Sarebbe un grave errore pensare di scindere l’attività esercitata da Gesù verso il “sociale” dall’insegnamento “religioso”, vorrebbe dire allontanarsi dalla comprensione dell’intimo significato da attribuire al ministero di Gesù. L’annuncio del Regno e l’insegnamento morale sono, infatti, intimamente e reciprocamente connessi, formando un “coerente tutt’uno”.

Gesù annunziava con autorità, come propria, la volontà di Dio che gli derivava dall’intimo rapporto con il Padre. Egli osava rivolgersi a Dio come suo Padre, con l’intimo ma riverente ‘Abbà’. Da questa completa fiducia e abbandono a Dio derivano la prassi e l’insegnamento di Gesù.

La manifestazione piena e definitiva di Dio si completa in Gesù crocifisso che, con un atto d’amore incondizionato, accetta volontariamente la sua umiliazione sulla croce. Nel sacrificio di Cristo morto sulla croce si manifesta l’amore infinito di Dio che si riversa sugli uomini.