I soldi ci sono, ma la Regione non paga. Per l’Ance (associazione nazionale costruttori edili) si tratta solo di inefficienza della macchina amministrativa regionale se le imprese che hanno fornito servizi alla Regione devono ancora riscuotere crediti per 900 milioni. Da quasi un anno le imprese creditrici hanno presentato le fatture per lavori completati ma nessuna erogazione è arrivata obbligandole a esposizioni bancarie per pagare stipendi, lavori e che ora con il caro-bollette rischiano di chiudere. Dopo un lungo iter di attesa, il presidente di Ance Sicilia, Santo Cutrone, sferra un durissimo attacco ai burocrati regionali: «Abbiamo pazientemente ascoltato per un anno dal governo regionale uscente e dal tavolo tecnico appositamente costituito tutte le giustificazioni amministrative e abbiamo atteso l’espletamento degli iter mancanti, ma riguardo al pagamento delle fatture delle imprese edili da parte di numerosi dipartimenti regionali, ad oggi neanche l’ultima delle scadenze promesse è stata mantenuta. Il termine per la chiusura del riaccertamento globale, dopo svariate posticipazioni, è stato prima fissato al 10 settembre, poi al 20 settembre e ad oggi non abbiamo alcun segnale che quest’ultima data venga rispettata. I burocrati hanno persino ignorato i richiami, le minacce e i procedimenti disciplinari adottati dal governo uscente. Adesso basta. Se è vero quello che ci è stato più volte spiegato e quello che è stato scritto in decreti, circolari e direttive, dobbiamo concludere che quando all’arrivo delle prossime maxi-bollette non potremo pagarle e saremo colti da malore o daremo di matto, la colpa non sarà solo di Putin o degli speculatori dell’energia, ma anche di burocrati regionali che non completano il riaccertamento dei residui senza che ne comprendiamo il motivo e che, di conseguenza, tengono in ostaggio i nostri soldi”. L’Ance non si ferma alla denuncia perché annuncia che saranno avviate le pratiche legali contro quello che definisce “l’indecoroso e inaccettabile malcostume dei mancati pagamenti alle imprese. Sappiano, i responsabili di ciò, che siamo pronti a denunciarli, ad uno ad uno, ritenendoli personalmente responsabili di tutte le conseguenze civili e penali di tali comportamenti omissivi in questa particolare fase di grave crisi, nell’auspicio che in questa terra almeno i finanzieri e i magistrati possano imporsi”.