Lo studio di UnionCamere e dell’Istituto Tagliacarne mette in risalto la crescita della provincia di Ragusa dopo la crisi causata dal covid. La provincia iblea si colloca nel gruppo di testa insieme a Enna, Caserta, Benevento, Avellino tra quelle che hanno meglio superato la crisi facendo segnare un +2,2%. Sono state soprattutto le imprese a contribuire alla crescita grazie ad una migliore organizzazione aziendale e ad una razionalizzazione dei costi. Hanno anche contribuito gli incentivi statali e regionali che hanno tamponato una crisi che ha pervaso il mondo economico siciliano. Nel confronto tra il 2021 e il 2021 il territorio si è avvicinato di più al valore aggiunto pre covid anche perché le dimensioni medio piccole delle imprese iblee sono state capaci di reagire proprio le la loro flessibilità. Se questo è il dato riferito al post covid l’economia siciliana ed iblea, in particolare, deve affrontare ora la crisi energetica. I primi segnali cominciano a vedersi con l’interruzione a tempo parziale di alcune aziende che cercano di limitare i costi energetici. Per fronteggiare l’ennesima crisi servono infrastrutture ed interventi pubblici con immissione di denaro fresco in tutto il sistema. Opere importanti come la Ragusa Catania, i nuovi lotti della Siracusa Gela, il completamento del proto di Pozzallo e un aeroporto più “ricco” di voli e collegamenti sono imprescindibili per uscire da una contingenza che si annuncia già difficile.