VITTORIA – Personale della Polizia di Stato, Squadra Mobile della Questura di Ragusa, della Sisco di Catania e del Commissariato di Vittoria, con il coordinamento e il supporto del Servizio Centrale Operativo della Direzione Centrale Anticrimine, ha dato esecuzione ad una ordinanza di custodia cautelare emessa dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Catania, su richiesta della Procura Distrettuale Antimafia etnea, a carico di 3 persone, ritenute gravemente indiziate, in concorso tra loro, del reato di sequestro di persona a scopo di estorsione ai danni del 17enne vittoriese, avvenuto il 25 settembre scorso a Vittoria, nonché dei reati di furto aggravato, porto e detenzione illegale di armi da fuoco. I soggetti arrestati sono Gianfranco Stracquadaini, 50 anni; il 23enne Stefano La Rocca e Giuseppe Cannizzo, 40 anni. Le indagini, avviate dagli Uffici investigativi immediatamente dopo il fatto delittuoso e coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Catania, hanno permesso di acquisire gravi e determinanti elementi indiziari a carico dei 3 soggetti colpiti dal provvedimento cautelare.
L’attività investigativa, svolta con servizi tecnici di intercettazione telefonica e ambientale e con il supporto dell’attività di analisi svolta da personale specializzato del servizio centrale operativo, ha permesso di fare emergere all’interno del gruppo criminale che ha operato il ruolo predominante di Gianfranco Stracquadaini, riconosciuto come promotore, ideatore e altresì esecutore materiale, unitamente agli altri indagati, del sequestro a scopo di estorsione del giovane. Le investigazioni hanno permesso altresì di accertare la disponibilità di armi da fuoco da parte del gruppo criminale, utilizzate per portare a termine il grave fatto delittuoso. A riscontro di ciò, nella circostanza della cattura di Gianfranco Stracquadaini (latitante da più di un anno ritenuto responsabile unitamente ad altri correi del tentato omicidio di un ex collaboratore di giustizia occorso il 25 aprile 2024) avvenuta lo scorso 15 ottobre nei pressi di una abitazione del centro di Comiso, all’interno dell’immobile e nella pronta disponibilità del latitante sono state rinvenute due pistole calibro 7,65 con matricola abrasa, complete del relativo munizionamento, che sono state utilizzate nel corso del sequestro del 25 settembre scorso.
Il 17enne era stato tenuto prigioniero per 24 ore in un casolare abbandonato nelle campagne di Vittoria da 4 uomini incappucciati. Era stata la stessa vittima, illesa, rilasciata dopo il sequestro lampo, a raccontare che tra il luogo della liberazione e il casolare in cui era stato portato i banditi hanno impiegato circa 6 minuti di auto. Dopo il rilascio la vittima aveva dovuto percorrere a piedi altri 20 minuti di strada, prima di arrivare al luogo in cui ha incontrato un amico che l’aveva poi portato in auto al commissariato. Al giovane era stato stato dato del cibo e consentito di dormire mezzora. Il padre del 17enne è un noto imprenditore nel settore ortofrutticolo, molto radicato nell’Ipparino. I rapitori, che avevano prelevato il giovane, studente del quarto anno al liceo scientifico Mazzini, durante una tranquilla serata, mentre si trovava al quartiere Forcone in compagnia degli amici, erano arrivati a bordo di 2 Panda, una bianca e una nera, e su una di queste avevano caricato con la forza il 17enne, dopo averlo privato del telefonino, lasciato sul luogo del rapimento, sicuramente per evitare un possibile tracciamento tramite app. I rapitori presentavano un accento vittoriese ed erano rimasti incappucciati per tutta la durata del sequestro.

