MODICA – Ultimo capitolo della misteriosa vicenda del delitto del cuoco modicano Peppe Lucifora: la prima sezione della corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, confermando la condanna in appello a 15 anni di carcere per l’ex carabiniere Davide Corallo, unico imputato e professatosi sempre innocente. L’imputato, in primo grado, era stato assolto con formula piena, sentenza poi ribaltata in appello e ora confermata nell’ultimo grado di giudizio. Era il 10 novembre 2019 quando, all’interno di una stanza chiusa a chiave nella sua casa in largo XI Febbraio a Modica, fu ritrovato il cadavere di Lucifora, che, stando alle indagini, fu prima tramortito, e poi soffocato dalla morsa letale di una mano che gli avrebbe sfondato la trachea.
Il delitto destò grande clamore, con ampia eco anche a livello nazionale. Le indagini e i successivi processi sono stati caratterizzati da complesse perizie e consulenze, con l’ipotesi di un delitto passionale che ha sempre aleggiato sulla vicenda. I fratelli di Lucifora si erano costituiti parte civile in giudizio. Corallo è stato, inoltre, condannato al risarcimento dei danni in favore delle parti civili da liquidarsi in separata sede, nonché al pagamento di una provvisionale di 10.000 euro per ognuno dei 3 congiunti della vittima. La chiave della stanza da letto dove giaceva il corpo senza vita e seminudo del cuoco, chiusa dall’interno, non è stata mai ritrovata.

