Interrogazione dell’on. Valentina Chinnici su velivoli israeliani a Sigonella. Intanto 20.000 bambini sono stati uccisi in 23 mesi di guerra

HomeSicilia

Interrogazione dell’on. Valentina Chinnici su velivoli israeliani a Sigonella. Intanto 20.000 bambini sono stati uccisi in 23 mesi di guerra

“La Sicilia non può e non deve essere trasformata in una piattaforma logistica e di intelligence per operazioni belliche condotte da altri Stati, al di fuori dei mandati Onu e in violazione del diritto internazionale. Chiediamo massima trasparenza e chiarezza al Governo nazionale sulla presenza e sulle attività di aerei militari israeliani nello spazio aereo siciliano e nella base di Sigonella”. Così l’Onorevole Valentina Chinnici, Deputata del Partito Democratico all’Assemblea Regionale Siciliana e Vice Segretaria Regionale del Pd, prima firmataria di un’interrogazione urgente al Presidente della Regione, Renato Schifani, sottoscritta da tutti i deputati del gruppo Pd all’Ars. L’interrogazione prende spunto dalle notizie diffuse da organi di stampa nazionale e locale, che parlano dell’utilizzo della base Nato di Sigonella e dello spazio aereo siciliano da parte di velivoli da ricognizione (spy planes) e di supporto (KC-130H) militari israeliani, potenzialmente connessi al conflitto nella Striscia di Gaza.

“La base di Sigonella – sottolinea Chinnici – è regolata da rigorosi accordi bilaterali Italia-Usa che ne disciplinano l’utilizzo nel pieno rispetto della sovranità nazionale e del quadro normativo italiano. Israele non è membro della Nato, quindi qualsiasi sua attività sul nostro territorio deve essere valutata alla luce degli accordi bilaterali e del diritto internazionale, richiedendo un livello di scrutinio ancor più rigoroso. La Regione Siciliana ha il sacrosanto diritto-dovere di vigilare su quanto avviene sul proprio territorio, soprattutto quando si tratta di attività militari che coinvolgono potenze straniere e che potrebbero avere dirette implicazioni sulla sicurezza dei cittadini siciliani e sulla stabilità del Mediterraneo”. “Esiste il fondato timore – prosegue la deputata democratica – che la Sicilia, già gravata da pesanti servitù militari, possa diventare complice o strumento di operazioni di uno Stato, come quello israeliano, la cui condotta militare a danno della popolazione civile di Gaza è stata qualificata come genocidio dalla Corte Internazionale di Giustizia dell’Aja ed è al centro di un procedimento per crimini internazionali. La Sicilia deve essere un ponte di pace nel Mediterraneo, non una portaerei per operazioni che macchiano la coscienza collettiva”.

Con l’interrogazione, i deputati regionali del Pd chiedono al Presidente Schifani se la Regione sia in possesso di informazioni ufficiali, o abbia richiesto chiarimenti al Governo, sulla veridicità di queste notizie. E, nel caso venissero confermate, se siano state autorizzate nel pieno rispetto degli accordi internazionali e delle leggi italiane. “Chiediamo al Presidente della Regione – conclude Chinnici – di farsi portavoce presso il Governo nazionale delle nostre istanze di trasparenza e legalità. I siciliani hanno il diritto di sapere se il loro territorio è coinvolto in attività che potrebbero minacciare la sicurezza regionale e violare il diritto internazionale. La nostra terra non sia mai complice di guerre”.

20.000 BAMBINI UCCISI IN 23 MESI DI GUERRA
In media, almeno un bambino palestinese è stato ucciso ogni ora dalle forze israeliane a Gaza in quasi 23 mesi di guerra, per un totale che supera ormai i 20.000. È il drammatico bilancio diffuso oggi da Save the Children, l’Organizzazione che da oltre 100 anni lotta per salvare le bambine e i bambini a rischio e garantire loro un futuro. Secondo gli ultimi dati pubblicati dall’Ufficio Stampa del Governo di Gaza hanno mostrato che almeno 20.000 bambini – circa il 2% della popolazione infantile di Gaza – sono stati uccisi dall’ottobre 2023. Almeno 1009 dei bambini uccisi avevano meno di un anno, e quasi la metà (450) di questi neonati è nata durate la guerra e a causa di essa è stata uccisa. Almeno 42.011 bambini sono rimasti feriti, secondo il Ministero della Salute, mentre il Comitato delle Nazioni Unite sui Diritti delle Persone con Disabilità segnala almeno 21.000 bambini rimasti invalidi a vita. Migliaia di altri sono dispersi o presumibilmente sepolti sotto le macerie.

Dopo 23 mesi di guerra, la vita dei bambini sopravvissuti è a rischio ogni giorno. La carestia nel governatorato di Gaza rischia di estendersi nelle prossime settimane, con oltre un milione di persone, circa la metà delle quali bambini, che già sono costretti ad affrontare una situazione di fame a livelli catastrofici, il peggiore stadio, la Fase IPC 5. Almeno 132.000 bambini di età inferiore ai cinque anni rischiano di morire di malnutrizione acuta e almeno 135 bambini sono già morti di fame, 20 dei quali da quando è stata dichiarata la carestia il 22 agosto, secondo il Ministero della Salute. Le forze israeliane hanno intensificato i bombardamenti nella Striscia di Gaza, danneggiando il 97% delle scuole[1], il 94% degli ospedali e uccidendo bambini, che una probabilità di morire sette volte maggiore per ferite da esplosione rispetto agli adulti[2]. I loro corpi, più piccoli e fragili sono più vulnerabili ai traumi e richiedono cure mediche specialistiche adeguate alla loro età.

“I genitori sono sopraffatti da un dolore profondo, impossibile da elaborare. Sopravvivono alla malnutrizione, agli sfollamenti forzati e ai bombardamenti continui, mentre piangono i loro bambini massacrati. Alcuni hanno visto i propri figli fatti a pezzi dalle esplosioni e parlano di un dolore disumano, dell’impossibilità di dare un ultimo abbraccio, di essere stati privati di un addio. Ricordano gli abbracci mancati, le risate, i pianti, persino i piccoli dispetti. Per loro, ogni respiro è un dolore rinnovato”, hanno raccontato alcuni operatori di Save the Children a Gaza, supportano quotidianamente i genitori nella Striscia, in particolare quelli i cui figli sono stati uccisi in questa guerra. “Si tratta di una statistica vergognosa, abbiamo toccato nuovamente il punto piu’ basso in una guerra caratterizzata da un flusso costante di vittime. E, cosa ancora peggiore, lo avevamo previsto. Attacchi sistematici a case, parchi giochi, scuole e ospedali, carestia: il mondo non sta facendo nulla per fermarli. Questa è una guerra crudele, scellerata e deliberata contro i bambini di Gaza e il loro futuro, una generazione rubata. Se la comunità internazionale non interviene, ci troveremo di fronte al rischio concreto dell’annientamento totale delle future comunità palestinesi”, ha dichiarato Ahmad Alhendawi, Direttore Regionale di Save the Children per il Medio Oriente, il Nord Africa e l’Europa Orientale.

“In questo conflitto sono stati commessi crimini atroci, inclusi crimini contro l’umanità e crimini di guerra. La Corte Internazionale di Giustizia (CIG) sta ora valutando se si tratti di un genocidio. Il rischio plausibile di un genocidio è sufficiente per innescare un’azione urgente. Tutti gli Stati hanno l’obbligo legale di prevenire il crimine di genocidio. Tutti gli Stati devono agire con decisione prima che sia troppo tardi.” Save the Children chiede un cessate il fuoco immediato e permanente e un accesso immediato e senza restrizioni per fornire aiuti salvavita ai bambini e alle famiglie in tutta Gaza. I bambini hanno diritto a beneficiare di protezioni aggiuntive e rafforzate dal diritto internazionale umanitario a causa dell’impatto sproporzionato e dei danni accelerati che il conflitto ha su di loro, sia direttamente che indirettamente, fisicamente e mentalmente. Il rispetto di queste regole è un atto di umanità e non è facoltativo. Tutti gli Stati devono interrompere immediatamente il trasferimento di armi, componenti e munizioni utilizzate contro bambini e civili.