Allarme Confcommercio: “Spese obbligate in netto aumento anche in provincia di Ragusa”

HomeEconomia

Allarme Confcommercio: “Spese obbligate in netto aumento anche in provincia di Ragusa”

RAGUSA – “Le famiglie della provincia iblea si trovano oggi più che mai a fare i conti con un aumento costante delle spese obbligate, una dinamica che rischia di comprimere la libertà di consumo e limitare il potenziale di crescita dell’intera economia locale”. Con queste parole Gianluca Manenti, presidente provinciale di Confcommercio Ragusa, commenta i dati raccolti dall’ufficio studi nazionale e applicati al territorio ibleo, dati che fotografano una situazione di crescente difficoltà per chi vive e lavora nella nostra provincia. I numeri parlano chiaro: nel 2025, le spese obbligate – ovvero quelle voci di bilancio che nessuna famiglia può evitare, come affitto o mutuo, energia, bollette, sanità, trasporti e assicurazioni – assorbono ormai il 42,2% della spesa totale delle famiglie iblee, in linea con la media nazionale. “Rispetto al 1995 – sottolinea Manenti – parliamo di un aumento di oltre cinque punti percentuali (+5,2%), una tendenza ormai strutturale che sta diventando sempre più insostenibile per molte famiglie della nostra provincia”.

In termini concreti, la spesa media pro capite delle famiglie iblee si attesta per il 2025 sui 20.114 euro annui, di cui ben oltre 8.300 euro vengono assorbiti da spese obbligate. L’abitazione si conferma ancora una volta la voce principale, con un costo annuo stimato di 4.171 euro a persona, in aumento di 109 euro rispetto al 2024. Seguono assicurazioni e carburanti, che insieme pesano per 1.651 euro, e la spesa per energia, che raggiunge quota 1.451 euro, nonostante il lieve rallentamento dei rincari registrato nell’ultimo anno. Il presidente Manenti evidenzia come a rendere più pesante il fardello delle spese obbligate sia l’aumento del livello generale dei prezzi. “Negli ultimi trent’anni – spiega – l’indice dei prezzi relativi alle spese obbligate nella nostra provincia è cresciuto del 132%, ben più del doppio rispetto a quello dei beni commercializzabili (+55%). In particolare, l’energia è aumentata del 178% dal 1995 a oggi, incidendo in modo drammatico sui bilanci familiari e sul tessuto produttivo locale”. “Questa tendenza – avverte Manenti – riduce drasticamente l’area delle scelte libere di consumo delle famiglie iblee. Meno risorse per l’abbigliamento, la cultura, il tempo libero, la ristorazione, i piccoli acquisti quotidiani: settori fondamentali per la vitalità del nostro tessuto commerciale e artigianale”. Secondo il presidente di Confcommercio Ragusa, la quota crescente di spesa vincolata limita la domanda interna, mettendo in difficoltà negozi, imprese e lavoratori del territorio. Alla luce di questi dati, Gianluca Manenti rilancia la necessità di un intervento rapido e coordinato tra istituzioni locali, regionali e nazionali.

“Occorre – afferma – lavorare per alleggerire la pressione sulle famiglie: tagliare il carico fiscale sull’abitazione principale, sostenere politiche per l’efficientamento energetico delle case, contenere il costo dei trasporti pubblici e incentivare le assicurazioni mutualistiche a livello territoriale”. Particolare attenzione deve essere rivolta anche alle imprese: “Abbassare il costo dell’energia e migliorare la qualità e la capillarità dei servizi pubblici è fondamentale per permettere alle attività commerciali e artigianali di continuare a essere il cuore pulsante dell’economia iblea”. Manenti conclude lanciando un appello: “Solo facendo sistema come territorio potremo affrontare una sfida che non riguarda più solo il singolo bilancio familiare, ma il futuro stesso della provincia di Ragusa. Difendere il potere d’acquisto dei cittadini e sostenere la domanda interna vuol dire, oggi, difendere il lavoro, la coesione sociale e la qualità della vita nelle nostre comunità”.