A fine giugno si contano 362 infortuni mortali in occasione di lavoro e 140 in itinere. Lombardia, Veneto, Campania e Sicilia restano le regioni con il maggior numero di vittime totali. I settori più colpiti: Costruzioni, Attività Manifatturiere, Trasporti e Magazzinaggio e Commercio. In lieve calo il numero complessivo delle denunce di infortunio. Sono oltre 500 i decessi nei primi 6 mesi del 2025, con un incremento del 7% rispetto all’anno scorso. “Siamo giunti alla fine del primo semestre e il bilancio delle vittime sul lavoro è inaccettabile: si contano già 502 decessi, 33 in più dello scorso anno (+7%). Andando ad analizzare il dato più nel dettaglio, a fronte di una sostanziale invarianza degli infortuni mortali avvenuti in occasione di lavoro, si registra un aumento del 33% degli infortuni in itinere. Ma anche escludendo questi ultimi dalle statistiche, ben sette regioni sono in zona rossa e altre cinque in zona arancione. Ancora una volta i dati ci dicono che non riusciamo a ridurre il numero degli infortuni mortali sul lavoro, una piaga che si mantiene su valori sempre simili negli ultimi anni”. Così Mauro Rossato, Presidente dell’Osservatorio Sicurezza sul Lavoro e Ambiente Vega di Mestre, anticipa i tratti principali dell’ultima indagine elaborata dal proprio team di esperti.
A finire in zona rossa a giugno 2025, con un’incidenza superiore a +25% rispetto alla media nazionale (Im=Indice incidenza medio, pari a 15,1 morti sul lavoro ogni milione di lavoratori), sono: Basilicata, Umbria, Trentino-Alto Adige, Sicilia, Puglia, Abruzzo e Campania. In zona arancione: Calabria, Valle d’Aosta, Veneto, Liguria e Piemonte. In zona gialla: Toscana, Friuli-Venezia Giulia, Marche, Lombardia, Sardegna ed Emilia-Romagna. In zona bianca: Molise e Lazio. Ancora alla Lombardia va la maglia nera per il maggior numero di vittime in occasione di lavoro (56). Seguono: Veneto (36), Campania (33), Sicilia (31), Piemonte (29), Puglia (27), Emilia-Romagna (24), Toscana (23), Lazio (19), Trentino-Alto Adige (12), Abruzzo, Calabria, Liguria e Umbria (10), Basilicata e Marche (8), Friuli-Venezia Giulia e Sardegna (7), Molise e Valle d’Aosta (1).
Nei primi sei mesi dell’anno, l’incidenza più elevata si registra nella fascia d’età degli ultrasessantacinquenni (47,3) e in quella compresa tra i 55 e i 64 anni (24,4), seguita dalla fascia di lavoratori tra i 45 e i 54 anni (15,6). Numericamente la fascia più colpita dagli infortuni mortali in occasione di lavoro è quella tra i 55 e i 64 anni (130 su un totale di 362). Le donne che hanno perso la vita in occasione di lavoro sono 21, mentre 22 hanno perso la vita in itinere, cioè nel percorso casa-lavoro. In totale sono 43 le donne decedute nei primi 6 mesi. Sono 108 gli stranieri vittime di infortuni sul lavoro, su un totale di 502; 75 sono deceduti in occasione di lavoro e 33 in itinere. Il rischio di morte sul lavoro risulta essere doppio rispetto a quello per gli italiani. Infatti, gli stranieri registrano 29,8 morti ogni milione di occupati, contro i 13,4 italiani. Alla fine di giugno 2025 il settore più colpito è quello delle Costruzioni, con 53 decessi in occasione di lavoro, seguito da Attività Manifatturiere (50), Trasporti e Magazzinaggio (47) e Commercio (38). Il lunedì è il giorno più luttuoso della settimana, ovvero quello in cui si sono verificati più infortuni mortali nei primi sei mesi dell’anno (22,7%). Seguito dal venerdì (19,3%) e dal martedì (17,1%), Infine, le denunce di infortunio totali diminuiscono ancora, seppur di poco, rispetto a giugno 2024. Dalle 299.303 a fine giugno 2024 passiamo alle 299.130 di quest’anno.