RAGUSA – Lunedì scorso, nell’ambito del partecipato Presidio in solidarietà all’equipaggio della Freedom Flotilla rapito, in acque internazionali, dall’esercito israeliano, in piazza Giacomo Matteotti a Ragusa, una delegazione è stata ricevuta dal Capo di Gabinetto del Prefetto per la consegna di un appello al Governo Italiano. L’appello chiede al Governo di attivarsi per far liberare tutti i membri dell’equipaggio della Freedom Flotilla ancora in ostaggio dello Stato di Israele e per intraprendere tutte le azioni necessarie per cambiare la situazione nella Striscia di Gaza e nel Territorio Palestinese Occupato che ha ormai assunto proporzioni catastrofiche. Secondo dati aggiornati al 18 giugno 2025, l’offensiva militare israeliana ha provocato oltre 60.000 vittime palestinesi, tra cui in larga parte donne, bambini e anziani, con stime che arrivano a 300.000 morti complessivi. Oltre il 90% delle abitazioni è stato distrutto o gravemente danneggiato, mentre 1,1 milioni di persone necessitano urgentemente di un riparo. La carestia indotta dalle restrizioni imposte da Israele all’accesso degli aiuti umanitari sta uccidendo centinaia di persone ogni giorno. La devastazione ha colpito anche il sistema sanitario: solo 17 dei 36 ospedali di Gaza sono parzialmente operativi e oltre 10.000 persone, inclusi 4.000 bambini, devono essere evacuate con urgenza per ricevere cure mediche non disponibili nella Striscia.
Parallelamente, continua l’annessione della Cisgiordania, in violazione delle risoluzioni Onu e del diritto internazionale. A fronte delle denunce e condanne da parte di organismi internazionali come l’Onu e la Corte Internazionale di Giustizia (Cig), l’Italia continua a mantenere una posizione di silenzio o addirittura complicità. Le massime istituzioni italiane, inclusa la Presidenza della Repubblica, non hanno condannato pubblicamente i crimini contro l’umanità e il genocidio commessi da Israele. Anzi, rappresentanti del Governo hanno ricevuto onorificenze dallo Stato israeliano, contribuendo a legittimare un regime responsabile di pulizia etnica e colonialismo armato. Alla luce dell’ordinanza cautelare della Cig del 26 gennaio 2024, che riconosce il rischio concreto di genocidio a Gaza, si richiama il dovere dell’Italia – Stato parte della Convenzione ONU sul genocidio – di intervenire attivamente per prevenire e fermare il crimine in corso.
Si chiede formalmente al Governo italiano:
1. La sospensione immediata di ogni accordo con Israele, a partire da quelli di natura economica, militare e culturale.
2. Una ricognizione delle attività promozionali e di cooperazione in corso con Israele, alla luce delle gravi violazioni commesse.
3. L’attivazione di canali di accoglienza e supporto umanitario per i profughi palestinesi e il potenziamento della cooperazione sanitaria in Gaza.
4. Il ricorso alla Corte Penale Internazionale e alla Corte Internazionale di Giustizia per denunciare i crimini di guerra e contro l’umanità commessi da Israele.
5. La promozione di una azione diplomatica multilaterale per una soluzione giusta e duratura nella regione.
Caso Freedom Flotilla – Nave Handala:
Grave preoccupazione è espressa per l’assalto della marina israeliana alla nave Handala, partita dall’Italia con 21 attivisti a bordo e diretta verso Gaza con aiuti umanitari. L’abbordaggio, in violazione del diritto internazionale, ha comportato la cattura dell’intero equipaggio. Si chiede il rilascio immediato degli attivisti ancora in mani israeliane, la condanna ufficiale dell’aggressione israeliana e l’attivazione di iniziative legali e diplomatiche da parte dell’Italia. “È tempo di agire”, sottolineano Najla Hassen, Coordinatrice Cittadina Movimento 5 Stelle Ragusa, e Peppe Puccia, Segretario Rifondazione Comunista Siracusa/Ragusa. Il popolo palestinese è vittima di un genocidio documentato. Il silenzio o l’inerzia delle istituzioni italiane rappresentano una complicità inaccettabile. La Repubblica Italiana deve recuperare la propria autonomia morale e giuridica, schierandosi dalla parte della legalità internazionale, dei diritti umani e della giustizia.