MODICA – Potrebbe paventarsi un caso di malasanità per la morte, a 81 anni, della ex docente modicana in pensione Gingina Bergamasco, venuta a mancare lo scorso 14 luglio dopo un ricovero nel reparto di oncologia dell’ospedale Giovanni Paolo II di Ragusa. Il corpo della donna è attualmente sotto sequestro per l’autopsia. L’ipotesi è quella di un drammatico errore nella somministrazione di farmaci antitumorali, che potrebbe aver causato un avvelenamento da sovradosaggio. C’è una denuncia per fare luce sulla vicenda. La professoressa Bergamasco, figlia del maestro Gianni Bergamasco, indimenticato musicista modicano, da anni era affetta da un tumore e seguiva una terapia farmacologica domiciliare prescritta dall’oncologo, ritirando i farmaci specifici alla farmacia dell’ospedale di Modica.
Circa 10 giorni prima del decesso, l’anziana era stata ricoverata in gravi condizioni nel reparto di oncologia di Ragusa. Le prime indagini sembrano escludere responsabilità dirette del reparto, che avrebbe anzi tentato di contrastare gli effetti di un sospetto sovradosaggio con farmaci antagonisti. Si sta cercando dunque di fare chiarezza sulla presunta non conformità dei medicinali consegnati alla donna, con un dosaggio nettamente superiore rispetto a quello prescritto, e di cui la donna non si era resa conto, assumendone inconsapevolmente una dose fatale che ha reso vano anche l’immediato ricovero d’urgenza. Saranno ora le indagini a fare chiarezza sull’accaduto.