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Indagini su una casa di riposo a Ragusa: 9 rinvii a giudizio per altrettanti imputati, tra cui i 2 coniugi titolari

RAGUSA – Tuti rinviati a giudizio al prossimo 19 settembre i 9 imputati del procedimento penale scaturito dalle indagini su una casa di riposo a Ragusa. I 2 coniugi titolari, finiti agli arresti domiciliari a gennaio, avevano respinto le accuse, nell’ambito dell’inchiesta del Nas dei carabinieri. I legali difensori avevano evidenziato la totale assenza di esigenze cautelari, anche perché la casa di riposo è sotto sequestro, ma l’istanza era stata rigettata il 6 giugno. Adesso toccherà ai giudici romani della cassazione decidere. I familiari delle persone offese si sono costituite parti civili.

Nell’ambito dell’interrogatorio di garanzia, i 2 coniugi avevano risposto a tutte le domande del magistrato, chiarendo la loro posizione, dopo essere stati indagati assieme ad altre persone destinatarie di misure interdittive, nella vicenda della casa di riposo sequestrata a Ragusa in cui, stando alle indagini dei carabinieri del Nas, si somministravano psicofarmaci ad anziani e disabili per farli stare tranquilli e poterli gestire con un numero ridotto di personale, peraltro non qualificato, stando a quanto accertato dai militari. I 2 titolari della struttura, come accennato, avevano respinto le accuse a loro carico. La struttura, come accennato, era stata posta sotto sequestro preventivo dai carabinieri del nucleo antisofisticazione di Ragusa. Nella struttura erano ospitati persone anziane e disabili. Gli indagati sono accusati, in concorso tra loro, del reato continuato di maltrattamenti, abbandono di incapaci ed esercizio abusivo della professione medica ed infermieristica.

Le indagini, con servizi di osservazione, pedinamento, ispezioni e mediante attività tecnica di intercettazione telefonica ed ambientali, avevano permesso di approfondire, si legge nel comunicato delle forze dell’ordine, “L’illecita condotta degli indagati nel gestire la casa di riposo, all’interno della quale erano ospitate 29 persone, in sovrannumero rispetto alle capacità ricettive della struttura e accudite da personale sottodimensionato e non qualificato, che, specie in orario notturno, somministrava, in difetto di prescrizione medica farmaci ipnoinducenti, al solo scopo di intorpidire e quindi poter gestire gli ospiti della struttura con un personale ridotto e così limitando le spese di gestione”.