La commovente lettera del papà e del fratellino di Lorys Stival, il bimbo ucciso a  Santa Croce e che oggi avrebbe compiuto 19 anni

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La commovente lettera del papà e del fratellino di Lorys Stival, il bimbo ucciso a Santa Croce e che oggi avrebbe compiuto 19 anni

SANTA CROCE – Anche quest’anno, come ogni 18 giugno, Davide Stival ha scritto una lettera a suo figlio Lorys, cje oggi avrebbe compiuto 19 anni. Una data che per il padre resta viva, incancellabile, come il bisogno di continuare a parlargli, a ricordarlo, a sentirlo vicino. Non c’è retorica né enfasi, solo l’amore profondo di un padre che, ogni anno, ritrova la forza per scrivere a quel bambino che non c’è più. Una voce che si affida alle parole per colmare l’assenza, trasformando il dolore in memoria e la memoria in un gesto quotidiano, che si rinnova con la stessa intensità e dolcezza. La lettera: “Lorys, oggi avresti compiuto 19 anni. Solo a scriverlo mi si spezza il cuore, perché ogni anno che passa è un altro che trascorro senza di te. Mi chiedo spesso come saresti diventato. Mi manca tutto di te, mi manca la tua voce e i tuoi abbracci che sarebbero stati sempre più forti. Ogni compleanno senza di te è una ferita che non si chiude, ma anche un’occasione per ricordare quanto amore ci hai lasciato. Oggi in questo giorno di festa voglio ricordarti felice ma anche immaginarti circondato da altri angeli come te, con il cielo in festa. Noi da quaggiù accendiamo una candela per te, alziamo gli occhi al cielo e guardiamo le stelle per augurarti buon compleanno. Il cielo oggi brilla per te. Buon compleanno… Il tuo papà e il tuo fratellino”.

Lorys Stival fu ucciso a Santa Croce Camerina il 29 novembre 2014, quando aveva 8 anni, dalla madre Veronica Panarello, condannata a 30 anni di reclusione per omicidio e occultamento di cadavere. La sentenza di condanna a 30 anni di reclusione di Veronica Panarello è divenuta definitiva il 21 novembre del 2019 dopo che la Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso presentato dalla donna contro la sentenza della Corte d’assise d’appello di Catania che il 5 luglio del 2018 aveva confermato la condanna di primo grado emessa il 17 ottobre del 2016 dal Gup di Ragusa, Andrea Reale, a conclusione di un processo celebrato col rito abbreviato. Il bambino fu strangolato con delle fascette di plastica nella casa di famiglia a Santa Croce Camerina. Il corpo fu poi ritrovato in un canalone. La donna disse di averlo portato a scuola, ma fu smentita dai video di telecamere di sorveglianza e cambiò poi più volte versione, ma proclamandosi sempre innocente.