Dibattito rovente sul futuro nero dell’aeroporto di Comiso, interviene il già sindaco di Modica Piero Torchi: “Una sola voce si levò contro la scelta della leadership catanese, la mia”

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Dibattito rovente sul futuro nero dell’aeroporto di Comiso, interviene il già sindaco di Modica Piero Torchi: “Una sola voce si levò contro la scelta della leadership catanese, la mia”

COMISO – Il dibattito rovente che si sta sviluppando in queste ore sul futuro a tinte fosche dell’Aeroporto di Comiso si arricchisce anche dell’intervento del già sindaco di Modica Piero Torchi. “Ho ascoltato – dice Torchi – gli interventi di autorevoli esponenti istituzionali, alcuni dei quali efficaci anche a livello di comunicazione come quello del Sindaco di Acate, Gianfranco Fidone Resta però un dato rispetto al quale, spero non me ne voglia nessuno degli attuali protagonisti, nessuno di loro partecipò alla genesi delle decisioni che hanno portato al declino prima, ed alla morte annunciata dell’aeroporto oggi. Purtroppo, e non depone a favore della mia età, io c’ero. C’ero quando si smilitarizzò il sedime su cui insisteva l’attuale aeroporto, grazie alla volontà testarda di Peppe Drago, allora assessore regionale alla Presidenza, che gestì per conto della Regione la pratica, ma anche ad una condivisione piena di obiettivi con la classe dirigente comisana di allora. E soprattutto c’ero, come Sindaco di Modica, in occasione del momento delle scelte decisive; la più decisiva delle quali nel corso di un’assemblea di tutti i soci della originaria società, che vedeva la presenza di tutti i comuni iblei, nel corso della quale fummo chiamati a decidere sulla scelta del partner. In ballo due candidature: la Sac, espressione dell’aeroporto di Catania, e la Sea, espressione del sistema aeroportuale milanese. Una sola voce si levò contro la scelta catanese: la mia, in nome e per conto della comunità che rappresentavo, ed anche in contrasto con ampie parti di quello che allora era il mio partito.

Vi erano due evidenti motivi per opporsi; il primo riguardava specificatamente l’aeroporto e la sua gestione: era come se stessero dicendo al lupo (Catania) di costruire il recinto per gli agnelli (Comiso). Chi poteva ragionevolmente pensare che l’aeroporto di Catania, in preda ad una bulimia di passeggeri che oggi ha raggiunto picchi paradossali, con un numero di utenti ben al di sopra del sopportabile, ed allora in grande crescita, sacrificasse anche solo una minima percentuale dei suoi arrivi o partenze per fare crescere a distanza di pochi chilometri un potenziale concorrente? Il secondo più politico; era in corso quella che poi sarebbe passata alla storia come la grande “colonizzazione” catanese nei confronti della provincia di Ragusa. Passava per l’aeroporto, di fatto fagocitato, per il porto mai decollato in autorità autonoma, nonostante le grandi battaglie, per una serie di interessi commerciali che grandi gruppi catanesi consolidarono nel territorio ibleo, saldando i propri interessi con quelli di rilevati aziende locali. Un fenomeno che nessuno faceva finta di intuire, ma che in realtà tutti percepivano e capivano benissimo, ma rispetto al quale nessuno aveva il coraggio di opporsi per non rimanere schiacciato tra interessi di proporzioni inimmaginabili (cosa che effettivamente io stesso pagai, poi, a caro prezzo). Un voto contrario il mio, unico in quella assemblea, che resta tra gli atti di politici cui sono più orgoglioso; mai come in quella occasione difesi la mia città ed il mio territorio con coerenza.

Chi poteva mai in coscienza ritenere più funzionale allo sviluppo l’accordo con la limitrofa e concorrente Catania rispetto al sistema milanese che avrebbe realizzato a Comiso il proprio hub di riferimento, spostato poi puntualmente a Catania? Nessuno in buona fede naturalmente. Ed infatti la storia ci ha confermato che quella intuizione era corretta. Come è stato corretto in questi anni fare sentire la mia voce, isolata ma ferma, per denunciare ciò che stava avvenendo a Comiso e cosa stavano facendo all’aeroporto, tra l’altro adducendo ragioni ridicole e spesso anche puerili. Iniziamo dalla questione management: vi fareste mai operare da un professore di lettere o da un pittore? Vi rispondo io: no. Ed allora mi spiegate perchè Comiso in 30 anni non ha mai avuto un management che avesse un minimo di esperienza nel settore, come si confà a qualsiasi start up prima, e poi ad un’attività in seria difficoltà economica e di programmazione? Vi rispondo io: perchè stava bene così, e perchè sarebbe stato facile scaricare su inconsapevoli beneficiati di cariche e prebende la responsabilità del fallimento.

Proseguiamo con la questione legata agli accordi con le compagnie. Su questo argomento parlo da utente che ogni anno fa un numero di voli superiore alla somma di quelli fatti da tutti i componenti dei consigli di amministrazione di Catania e Comiso. Ma qual è lo scandalo se Ryanair chiede sostegno economico per arrivare e decollare da Comiso? Non è forse così che i principali hub della compagnia irlandese hanno costruito la propria fortuna? E’ successo per Bergamo, dove oggi l’unica livrea che si vede è quella della compagnia cara a O’Leary, o di Bologna, dove per ogni volo di un’altra compagnia ce ne sono 5 di Ryan.L’intero Paese ha appaltato il trasporto aereo oramai a Ryan e noi ci scandalizziamo per le loro richieste rispetto al rilancio di un aeroporto in stato comatoso che perde soldi ogni giorno che Dio manda in terra? Suvvia, cercate di trovare scuse migliori! Il sostegno economico è una forma di marketing per ogni aeroporto, almeno fino a quando la capacità attrattiva dello stesso non conferisce maggiore forza contrattuale nei rapporti con le compagnie.

Pensare di fare crescere un aeroporto con compagnie improvvisate, i cui voli partono 1 volta sì e 2 volte no, è follia o incapacità; lascio a voi l’opzione preferita. Pensare di fare crescere Comiso tramite collegamenti con sperdute località italiane (penso a Cuneo. ma chi va a Cuneo???? E non ditemi che è un’alternativa a Torino perchè altrimenti confesserete di non essere mai stati in Piemonte!) O, peggio ancora, destinazioni estere che non hanno alcun appeal turistico né in fase di outcoming, né in fase di incoming. Ma dato che non è mai stato mio costume criticare senza proporre soluzioni, eccone 3 semplici ed immediatamente attuabili:
1) Rinnovo del management affidandosi ad esperti del settore
2) Accordo con Ryanair chiedendo a Stato e Regione di sostenere i costi, almeno nella prima fase
3) Coraggio Per sostenere una battaglia vera, anche politica, con Catania per aver anche a Comiso, in aggiunta o in alternativa, poco importa, collegamenti giornalieri con i più importanti aeroporti nazionali (Milano, Roam , Torino, Bologna, Verona) e con aeroporti europei capaci realmente di veicolare con continuità e costanza turisti dai principali mercati del nord e centro Europa e dai nuovi mercati del middle east europeo.
Il resto – conclude Torchi – è fuffa, e stringe ogni giorno di più le catene attorno all’aeroporto di Comiso”.