RAGUSA – “In provincia di Ragusa la Tari costa di più, rispetto alla media nazionale. E pesa in modo ingiusto, insostenibile, sui pensionati che sono tra le persone economicamente più fragili di questo territorio. L’acconto della tassa rifiuti, ormai a scadenza, rappresenta per molti un incubo. Provocato da decenni di gestione miope e cinica del settore”. Lo sostiene Giorgio Bandiera, segretario della UilPensionati iblea, lancia l’allarme per il “caro-Tari” richiamando i dati della Indagine conoscitiva curata dal Servizio nazionale Politiche Fiscali e Previdenziali Uil sotto la guida del segretario confederale Santo Biondo. Stando al Rapporto Uil, il costo medio della tassa rifiuti in Italia lo scorso anno è stato di 337.77 euro mentre a Ragusa lievita sino a 420.74 euro. “Se poi si considera la capacità di reddito – esclama Bandiera – il quadro assume drammaticamente tinte ancora più fosche. Proprio l’Indagine conoscitiva realizzata dalla Uil nazionale, infatti, mostra quanto la Tari incida al Sud sul reddito netto medio familiare per l’1.34 per cento, più del doppio rispetto allo 0,64 registrato ad esempio nel Nord-Est. Facile immaginare quanto tutto ciò gravi su anziane e anziani di tutta la nostra provincia dove, peraltro, s’è abbattuto su importanti realtà territoriali come Modica il dissesto comunale con l’applicazione di tariffe alle più alte aliquote consentite dalle norme in vigore”.
“Sul macigno della Tari – conclude Giorgio Bandiera – non possiamo che chiamare in causa la Regione. Si trovino soluzioni urgenti per migliorare uno dei settori più critici, quello della gestione rifiuti. Servono, fra l’altro, impianti moderni ed efficienti che i Comuni da soli non possono realizzare e sostenere. Solo così sarà possibile alleggerire il carico di una tassa che penalizza le ragusane e i ragusani, accrescendo scandalosamente le distanze sociali tra le persone di questo Paese”.