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Metodololgie per lo studio della Bibbia

I metodi d’analisi letteraria e storica sono necessari all’interpretazione della Bibbia; permettono soprattutto di rendersi conto dell’inesauribile ricchezza spirituale che trasfonde dalle Scritture.

Il metodo più diffuso per studiare la Bibbia è il “metodo storico-critico”, un metodo scientifico applicato agli inizi degli anni ’40, risultato prezioso per chiarire le tappe e i processi storici di produzione dei testi biblici. Si è rivelato utile per dimostrare che il messaggio biblico è radicato solidamente nella storia. È un metodologia ritenuta indispensabile per individuare le fonti e le tradizioni storiche a cui hanno attinto gli autori biblici. Il metodo storico-critico mira soprattutto a ricercare le circostanze in cui fu composto il testo, e a capire il senso originario del messaggio che l’autore intendeva comunicare in quel preciso momento storico; evidenzia che la Bibbia è una collezione di scritti con una lunga preistoria, inestricabilmente legati alla storia d’Israele e a quella della chiesa primitiva. L’uso classico di questo metodo rivela però grosse limitazioni. La prima fra tutte è che restringe la ricerca del senso del testo biblico alle circostanze della sua produzione e nasconde il pericolo di confinare la “Parola” di Dio al passato, impedendone la piena attualizzazione; la seconda è che impedisce di far emergere le ricchezze spirituali che emanano dai testi biblici. Tutto questo implica necessariamente che per la lettura e l’interpretazione della narrazione biblica, non si può applicare soltanto il metodo storico o un metodo scientifico-razionale, così come oggi s’intende nel gergo letterario. La Bibbia, infatti, descrive tradizioni ed eventi del passato, ma non precisamente come accaddero, o come uno storico moderno li documenterebbe. Il metodo storico-critico, pur restando una dimensione irrinunciabile e indispensabile per lo studio e la comprensione del significato delle Scritture, in effetti rende difficile la percezione dell’unità spirituale e teologica  insita nei testi biblici.

La nuova tendenza metodologica per lo studio della Bibbia è quindi rivolta ad inquadrare le Sacre Scritture in una visione d’insieme, cercando però di mantenere l’evento ancorato al suo contesto storico. Circa 30 anni fa negli Stati Uniti, infatti, è nato il nuovo “metodo canonico” che mira espressamente all’interpretazione teologica della Bibbia nel suo insieme. Questo metodo cerca di studiare ogni testo non solo in un contesto storico, ma si sforza, nello stesso tempo, di situarlo all’interno dell’unico disegno di Dio. Con l’aiuto di questa nuova metodologia, denominata anche della ‘esegesi canonica’, si apre al lettore l’accesso al significato spirituale della Bibbia e alla visione unitaria dei testi biblici sul piano teologico; lo aiuta nel capire lo svolgimento delle diverse tappe della rivelazione biblica e l’evoluzione nella storia del progetto di Dio per la salvezza dell’uomo. Il metodo canonico si prefigge soprattutto l’obiettivo diattualizzare il messaggio religioso’ della Bibbia nel nostro tempo, sforzandosi di ricercarvi quel filo conduttore che porta all’evento pasquale del mistero di Cristo, alla sua morte e alla sua risurrezione: eventi che, secondo la visione della Chiesa Cattolica, costituiscono la chiave interpretativa di tutte le Scritture.

‘L’esegesi canonica non entra in contraddizione con il metodo storico-critico, anzi lo sviluppa in maniera organica e lo fa diventare pura teologia. Incertezze, diffidenze, contraddizioni e dubbi rilevati attraverso il metodo storico-critico, vanno vagliati e interpretati attraverso la nuova metodologia dell’esegesi canonica’ (Joseph Ratzinger).

CONCLUSIONI: Le metodologie usate per lo studio e l’interpretazione della Bibbia devono considerare che il lavoro interpretativo dei testi biblici non si esaurisce una volta che sono state scoperte le fonti o sono stati spiegati i procedimenti letterari. L’obiettivo finale si potrà considerare raggiunto quando il lettore comune sarà in grado di cogliere il significato del testo biblico come “parola attuale” che Dio ha pronunciato in una storia, e che ci rivolge oggi attraverso autori umani, veri intermediari, sotto le vesti di uomini fidati e ispirati.

Risulta allora chiaro che nessuna metodologia adottata nella ricerca interpretativa della Bibbia, presa singolarmente, può risultare esaustiva o presentare attributi di esclusività. Alla luce delle attuali conoscenze si può solo affermare che mediante l’interazione delle due metodologie maggiormente rappresentate, storico-critica ed esegesi canonica, si potrà attualizzare autenticamente il contenuto delle scritture nella realtà socio-culturale della nostra epoca. Solo a queste condizioni il messaggio religioso che emana dalla Bibbia potrà giungere alle persone più lontane, e indurle ad interrogarsi sulle ragioni ultime dell’esistenza: “chi siamo”, “da dove veniamo”, “dove andiamo”.