RAGUSA – “Le proteste contro Ibleacque si moltiplicano in tutti i comuni, spinte dalle bollette esorbitanti recapitate ai cittadini. Associazioni e comitati si mobilitano chiedendo trasparenza e giustizia, ma il comportamento dei sindaci soci dell’ente idrico solleva dubbi e alimenta polemiche”: lo sostiene Gaetano Mauro, consigliere comunale di Ragusa, che punta il dito contro i sindaci, accusandoli di “doppia faccia”. “In pubblico ascoltano le proteste dei cittadini, ma poi in assemblea dei sindaci davanti all’Amministratore Unico, gli manifestano piena fiducia”, dichiara con amarezza Mauro
La questione non si ferma solo agli importi spropositati delle bollette. “A Ragusa ci sono quartieri che implorano il servizio di autobotte, levano proteste per contatori mai letti. I cittadini chiedono trasparenza. L’atteggiamento del sindaco di Ragusa Peppe Cassì, Presidente del Comitato di controllo, però, è come il re nudo. Difende gli interessi della società Ibleacque con tutte le contraddizioni che ho denunciato, facendo finta di nulla. Spiegherà ai cittadini ragusani e alla Corte dei Conti le questioni sollevate “.
“Abbiamo fatto emergere più di un sospetto sulla gestione economica e amministrativa dell’ente guidato dall’ing. Franco Poidomani. I sindaci, inizialmente complici nell’approvare una retribuzione all’amministratore che risultava non conforme alla legge, hanno successivamente fatto marcia indietro, diffidandolo dal trattenere le somme percepite. Ricevendo picche per risposta hanno incredibilmente scelto il silenzio e, paradossalmente, rinnovato la fiducia al vertice dell’ente assumendosi gravi responsabilità erariali. Questo atteggiamento, paragonato da molti al celebre dualismo di Dr. Jekyll e Mr. Hyde, ha esasperato ulteriormente i cittadini. Da una parte, i sindaci sostengono le proteste nei loro territori, dall’altra, si dimostrano remissivi e allineati con la gestione di Ibleacque durante le riunioni istituzionali.
Il risultato è un quadro di incertezza e disillusione – aggiunge Gaetano Mauro – I cittadini si sentono abbandonati, vittime di un “balletto in maschera” in cui chi dovrebbe rappresentarli sembra più interessato a proteggere i propri interessi. Mentre il malcontento cresce e le richieste di equità restano inascoltate, il futuro della gestione idrica resta incerto. In questa spirale di polemiche, l’unica certezza è che a pagare il prezzo più alto sono i cittadini – conclude il consigliere – ormai privi di tutele e punti di riferimento”.