PALERMIO – In un anno, grazie al progetto “Mimosa” dell’associazione “Farmaciste insieme”, ben 72 donne vittime di violenza, di cui buona parte in Sicilia e a Palermo, hanno trovato il coraggio di denunciare il loro aguzzino. Lo hanno fatto ricorrendo a un escamotage: si sono sganciate dal controllo costante e ossessivo dell’orco con la scusa di dovere acquistare un farmaco. In farmacia hanno trovato professionisti preparati, capaci di comprendere la situazione, di percepire i segnali trasmessi anche solo con gesti e di attivare con discrezione la rete di aiuto.
Analogamente, attraverso la campagna “Stop Sexting & Revenge Porn”, avviata a Palermo ed estesa a livello nazionale, promossa da Federfarma a supporto dell’associazione Mete onlus, i farmacisti raccolgono in media 20 segnalazioni al mese da parte di genitori di vittime di ricatti sessuali perpetrati tramite web o smartphone a seguito dell’ingenuo scambio di immagini intime. La segnalazione del farmacista alla Mete onlus apre la via d’uscita dal tunnel grazie alla rete di psicologi dell’associazione, che aiutano a prendere consapevolezza del fenomeno, ad affrontare le necessarie terapie e a raccontare la loro storia a forze dell’ordine e magistratura.
Nel corso dell’incontro a Palazzo Palagonia a Palermo per tirare un primo bilancio delle due attività, il segretario nazionale e presidente provinciale di Federfarma, Roberto Tobia, ha annunciato che i 2 progetti proseguiranno nel 2025, che a gennaio avrà luogo la distribuzione di nuove locandine in tutte le farmacie e che, grazie ad un protocollo con il Comune di Palermo, le vittime di violenza e di revenge porn che si approcceranno ai farmacisti saranno poi indirizzate alla rete di sostegno del Comune che attiverà le necessarie misure di tutela con l’intervento di assistenti sociali, psicologi e associazioni che gestiscono case- rifugio.
“La farmacia – ha commentato Roberto Tobia – è diventata così un luogo sicuro nel quale le persone più fragili possono rifugiarsi e chiedere aiuto. Pensiamo che non tutte le vittime vivono nelle grandi città, dove è relativamente più facile arrivare inosservate fino ad un posto di polizia o una caserma dei carabinieri. Pensiamo, invece, a quanto sia assai più difficile muoversi in un piccolo paese sfuggendo alla sorveglianza del marito o compagno violento. Ecco che la farmacia è un presidio al quale potere rivolgersi senza correre particolari rischi: con questi due progetti salviamo vite umane”.
L’assessora comunale ai servizi sociali, Rosi Pennino, ha aggiunto: “Oggi mettiamo insieme la rete virtuosa delle farmacie di prossimità, che svolge un ruolo sociale fondamentale, e la rete di sostegno che come Comune siamo in grado di attivare per l’assistenza immediata, ma anche per la tutela e la protezione personale e dei figli e per la mediazione riparativa. L’unione di due esperienze positive, pubblica e privata, non potrà che aumentare i benefici a favore delle vittime”.
Giorgia Butera, presidente dell’associazione Mete onlus, ha concluso: “Grazie a Federfarma rinnoviamo la campagna informativa in farmacia perché spesso i giovani che si rivolgono a noi non hanno consapevolezza dei rischi che corrono inviando immagini a sfondo sessuale, né delle conseguenze cui vanno incontro, dal ricatto alla vendetta fino all’anaffettività e allo sprofondare nella vergogna. Questi giovani finiscono per non andare più a scuola, per isolarsi dalla famiglia e dalla società: bisogna intercettarli in tempo prima che sia troppo tardi”.
Nella foto in alto, da sinistra: Giorgia Butera, Rosi Pennino e Roberto Tobia.