RAGUSA – I finanzieri del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Catania hanno eseguito nelle province di Catania, Caltanissetta, Messina, Siracusa, Ragusa, Trapani, Cosenza, Vibo Valentia, Napoli, Roma, Viterbo e Varese, un’ordinanza cautelare firmata dal gip del Tribunale etneo, su richiesta della Procura di Catania, con il sequestro di 28 società, nonché di beni per oltre 8,2 milioni di euro. Le persone indagate sono 29. I reati a vario titolo contestati sono: associazione a delinquere, emissione di fatture per operazioni inesistenti, dichiarazione dei redditi infedele e fraudolenta mediante l’utilizzo di fatture inesistenti, nonché indebita compensazione di crediti fiscali inesistenti. Secondo l’accusa il diffuso sistema di frodi fiscali era realizzato attraverso la creazione di consorzi di imprese con il solo scopo di operare la somministrazione illecita di manodopera a favore delle aziende clienti, celata sotto forma di falsi appalti di servizi. E’ quanto contestato dalla Procura di Catania, con la Guardia di Finanza che ha eseguito un’ordinanza cautelare firmata dal gip del Tribunale etneo a carico di 16 persone, 6 delle quali arrestate (2 in carcere e 4 ai domiciliari), mentre per gli altri 9 ci sono provvedimenti interdittivi. Tutti sono accusati, a vario titolo, di associazione a delinquere, emissione di fatture per operazioni inesistenti, dichiarazione dei redditi infedele e fraudolenta mediante l’utilizzo di fatture per operazioni inesistenti nonché indebita compensazione di crediti fiscali inesistenti.
Negli ultimi 5 anni il giro di fatture false legato al sistema di frode nel suo complesso sarebbe stato pari a oltre 56 milioni di euro di imponibile e oltre 13 milioni di Iva, garantendo profitti illeciti all’associazione a delinquere per oltre 8 milioni di euro, la metà dei quali sarebbe stata distribuita agli organizzatori del sistema sotto forma di compensi professionali, stipendi, rimborsi spese. Sotto indagine anche i rappresentanti legali delle aziende “clienti” che avrebbero usufruito maggiormente della somministrazione illecita di manodopera.