RAGUSA – Massiccia adesione allo sciopero a Ragusa martedì mattina contro la chiusura dell’impianto Eni Versalis il 31 dicembre. In corteo pure gli studenti. Lo sciopero è stato organizzato dalle confederazioni sindacali per la chimica ed energia di Ragusa, Filctem, Femca e Uiltec, che esprimono la loro ferma opposizione all’annuncio di dismissione dello stabilimento Versalis da parte di Eni. Lo sciopero generale del diretto e dell’indotto, come accennato, è stato molto partecipato, a testimonianza di una solidarietà concreta per un tema molto sentito, quello della difesa dei posti di lavoro. Il raduno si è tenuto in Piazza Libertà, da dove ha poi mosso il lungo corteo fino a Piazza Poste, con la fermata degli impianti Versalis.
«Dopo 70 anni di produzioni industriali e sfruttamento delle risorse petrolifere del nostro sottosuolo, non possiamo accettare che tutto ciò venga cancellato da un ingiustificato annuncio di chiusura – dicono i sindacati – Ragusa vanta una storica presenza nell’ambito minerario e della petrolchimica di Eni. La decisione di Versalis di chiudere il sito ibleo è assolutamente inaccettabile. Chiediamo che sia garantita la vocazione produttiva del sito a tutela dei lavoratori del diretto e dell’indotto, e che venga assicurato lo sviluppo anche occupazionale del nostro territorio.
Il piano industriale di Eni ha annunciato un investimento di 2 miliardi di euro per la trasformazione della chimica di base in Italia. Tuttavia, l’unica chiusura prevista è quella dello stabilimento di Ragusa. Questa decisione appare del tutto ingiustificata, soprattutto considerando che gli impianti di etilene di Priolo continueranno a funzionare per almeno un altro anno ancora, producendo la materia prima necessaria a poter mantenere operativo anche lo stabilimento di Ragusa. Analogamente, lo stabilimento di Brindisi continuerà a produrre etilene per alimentare il suo impianto di polimeri. Perché le produzioni di Ragusa devono fermare subito se tutte le produzioni nel resto della chimica di base in Italia restano attive e in marcia? Proprio questa disparità di trattamento evidenzia un accanimento di Eni – sostengono i sindacati – nei confronti di Ragusa e dei ragusani.
Eni non può mortificare un territorio che tanto ha dato in termini di risorse minerarie e produzioni di polimeri in 70 anni di attività. I nostri cittadini, i nostri lavoratori, le nostre imprese non meritano un affronto del genere. Ragusa ha una vocazione industriale testimoniata dalla storia, a Ragusa, inoltre, ci sono le competenze e la manodopera necessarie per un progetto di riconversione. Siamo a favore della sostenibilità dell’industria, ma Eni – concludono i sindacati – ci troverà contro per ogni annuncio di chiusura e dismissione.
“Anche se sono stato impossibilitato ad essere presente per impegni improrogabili che mi impongono di presiedere alla seduta ella prima commissione Affari Istituzionali, voglio esprimere tutta la mia vicinanza ai lavoratori della Versalis che hanno manifestato per il loro diritto al lavoro”. Così l’onorevole Ignazio Abbate da Palermo mentre è impegnato nell’approvazione del NaDefr (documento di economia e finanza regionale): ” La mia vicinanza non è solo a parole. Insieme al collega Onorevole Carta abbiamo già chiesto nei giorni scorsi l’istituzione di un tavolo tecnico apposito con i rappresentanti sindacali e della ditta avente ad oggetto la riqualificazione degli stabilimenti di Ragusa e Priolo. Inoltre, insieme agli altri parlamentari iblei, abbiamo chiesto un’audizione congiunta con la Commissione Ambiente e Territorio e con la Commissione Attività produttive per approfondire la tematica. I lavoratori – conclude Abbate – devono sapere che il mondo politico si sta mobilitando in loro difesa”.
Foto in alto di Salvo Bracchitta