LA BIBBIA – INDIRIZZO ALLA LETTURA
La Bibbia costituisce una vasta raccolta di libri antichi risalenti a circa 2000-3000 anni fa, scritti in lingue differenti, ad opera di vari autori vissuti in epoche diverse e luoghi diversi, lontani fra loro nel tempo interi millenni, piuttosto distanti dalla mentalità e dalla cultura degli uomini moderni. Sul ‘piano religioso’ la Bibbia è considerata un libro ispirato, contenente il messaggio inviato da Dio all’umanità nella storia, deputato a rappresentare il punto di riferimento autorevole delle grandi religioni monoteiste (Ebraismo, Cristianesimo, Islamismo). La tradizione, sia giudaica che cristiana, ha sempre considerato la Bibbia un libro divino, non tanto perché contiene verità religiose, quanto perché ritenuto scritto da Dio con il concorso di determinati autori umani. La Bibbia, però, non rappresenta soltanto un prezioso libro religioso. Da secoli ha prodotto una serie incalcolabile di testimonianze attestanti che milioni di persone in tutto il mondo vi attingono come ragione e regola di vita. Nonostante luci ed ombre, fondamentalismi, letture spregiudicate e perfino scandalose, la Bibbia contiene innumerevoli pagine di umanesimo, splendidi esempi di santità e indirizzi universali di carattere etico e morale.
Sul ‘piano geografico’ lo scenario è rappresentato da un piccolo territorio del Medio Oriente che si colloca tra i fiumi il Tigre, l’Eufrate e il Giordano. In particolare la Palestina, o terra d’Israele, con capitale Gerusalemme, rappresenta il teatro d’azione dei Vangeli. Sul ‘piano redazionale’, la tradizione cristiana ha suddiviso la Bibbia in due grandi sezioni, chiamate <Antico Testamento> e <Nuovo Testamento>.
Sul ‘piano letterario’ costituisce una grossa eredità spirituale che ha esercitato un influsso incalcolabile sulla mentalità, sulla cultura e sull’arte di ogni tempo. La Bibbia è costituita da una molteplicità di tecniche espressive che conferiscono al testo diversità di stili narrativi, versioni diverse di un medesimo evento, ripetizioni e talora anche contraddizioni. Venti o trenta secoli separano il lettore dai fatti riferiti nella Bibbia, e solo questo di per sé è sufficiente per sollevare varie difficoltà nella lettura e nell’interpretare un testo in cui le parole umane sono intimamente legate con la “Parola di Dio”.
Per la vastità dei temi trattati e per la diversità e complessità letteraria, è veramente difficile per l’uomo contemporaneo individuare il filo conduttore che unisce pagine tanto diverse fra loro sul piano della narrazione.
Un primo approccio con il testo biblico implica che non si può affrontare la lettura della Bibbia come se fosse un libro comune o un testo scientifico. Gli uomini che cominciarono a scrivere le prime pagine della Bibbia non avevano a disposizione le nostre cognizioni; inoltre bisogna capire che essi si sono espressi secondo le conoscenze storiche, geografiche e scientifiche del loro tempo. Basti pensare all’immagine della terra, ancora descritta come un disco piatto posto al centro del creato e circondato da un oceano primordiale. Quindi non ci si deve scandalizzare se hanno formulato i loro pensieri religiosi con un linguaggio primitivo e popolare, impregnato di mitologie, spesso desunto sulla base di erronee interpretazioni cosmologiche dell’epoca. Bisogna necessariamente considerare anche il contesto culturale del tempo entro cui gli autori biblici si esprimono, per situarlo nel suo ambiente originale. Essi presentano, infatti, pensieri e avvenimenti conformi agli usi e alle mentalità di epoche diverse e molto distanti dal nostro linguaggio e dalla nostra cultura, per cui bisogna cercare di intuirne il senso per rapportarlo ai modi di intendere e di raccontare consoni della loro epoca. Né si può trascurare il contesto morale del momento storico in cui si colloca la narrazione biblica che riflette il progressivo evolversi della coscienza morale di un popolo.