Versalis: interviene la Chiesa, Abbate chiede tavolo tecnico, Sallemi si rivolge al Ministero

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Versalis: interviene la Chiesa, Abbate chiede tavolo tecnico, Sallemi si rivolge al Ministero

RAGUSA – Grande preoccupazione e vicinanza alle famiglie degli operai di Versalis e delle aziende dell’indotto. A esprimerla il Vescovo di Ragusa, monsignor Giuseppe La Placa, dopo aver appreso delle scelte che Eni intende compiere sugli stabilimenti di Ragusa e Priolo, Il Vescovo chiede a tutti i soggetti istituzionali e politici del nostro Paese, della Sicilia e delle Province di Ragusa e Siracusa di adoperarsi ad ogni livello affinché non un solo posto di lavoro vada perduto e perché a tutte le famiglie sia garantito il diritto al lavoro e alla dignità. Rivolge altresì un invito a Eni affinché il Piano di trasformazione e rilancio della chimica, anche in un’ottica di maggiore attenzione alla tutela dell’ambiente e del Creato, non penalizzi la Sicilia e che questa dolorosa decisione economica sia un’opportunità per rilanciare nuovi investimenti e riavviare un nuovo ciclo produttivo in linea con i valori della sostenibilità e della crescita dei territori di Siracusa e Ragusa che, negli anni, tanto hanno dato anche ad Agip ed Eni in termini di sfruttamento delle risorse naturali, di professionalità, di dedizione al lavoro, di possibilità di crescita e di progresso.

“La decisione di Eni circa la prevista cessazione della produzione di idrocarburi leggeri e di polietilene siti a Priolo e Ragusa è un durissimo colpo per l’economia nostrana, atteso che tra diretto e indotto questa decisione coinvolge oltre 1700 famiglie di lavoratori”. Così l’Onorevole Ignazio Abbate interviene sulla paventata chiusura degli stabilimenti Eni – Versalis di Priolo e di Ragusa, quest’ultimo specializzato nella produzione del polietilene. E lo fa insieme al collega On.Carta con il quale ha presentato un’interrogazione diretta al Presidente della Regione nella quale viene esposta la situazione critica dei due poli industriali. “Eni parla di riconversione – continua il parlamentare della DC – ma ad oggi regna l’incertezza sul futuro lavorativo di 250 persone, tra diretto e indotto, che rappresentano una fetta significativa della comunità iblea. Se poi guardiamo a Priolo la situazione è ancora peggiore perché i numeri si fanno ancora più significativi arrivando ad interessare 1.500 unità lavorative tra diretto e indotto. I vertici di Eni, contemporaneamente alla notizia della chiusura, hanno annunciato la realizzazione di una bioraffineria a Priolo e a Ragusa di un centro direzionale multicompetenze. Ad oggi però non ci sono notizie certe in merito, tutto sembra campato in aria poiché nessun dettaglio di piano aziendale è stato reso noto. Per cui il futuro lavorativo di migliaia di nostri conterranei è incerto, per non dire nebuloso. Come rappresentanti del territorio non possiamo accettare che tantissime famiglie vivano nell’incertezza dopo che per anni hanno contribuito alla crescita di un intero Paese”. I 2 parlamentari chiedono quindi al Governatore l’istituzione di un tavolo specifico che permetta un confronto tra i rappresentanti di ENI, le rappresentanze sindacali e gli stakeholders principali.

Il senatore Salvo Sallemi, di Fratelli d’Italia, ha partecipato al confronto indetto dalle sigle sindacali dei lavoratori della Versalis di Ragusa a seguito delle decisioni prospettate da Eni riguardanti il fermo della produzione di polietilene nello stabilimento ibleo. “Ho portato la mia vicinanza ai lavoratori – spiega Sallemi – che sono giustamente allarmati dalle notizie che arrivano dalla società che intende avviare una riorganizzazione nel sud est siciliano. La transizione energetica e le scelte green sono più che legittime ma occorre tutelare, al contempo, il lavoro e i lavoratori poiché parliamo di un bacino – solo per il sito di Ragusa – di 125 dipendenti a cui si aggiunge l’indotto. Occorre dunque sapere quali saranno, di preciso, i piani industriali di Eni per il territorio e avvierò una interlocuzione con il ministro delle Imprese Adolfo Urso per comprendere strategie e interventi. Sono certo, che così come per il caso Lukoil a Priolo, il governo nazionale e regionale farà la sua parte per tutelare il lavoro e il futuro industriale della nostra provincia”.