L’inflazione colpisce di più a Catania. Stangata su cibo e carburante

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L’inflazione colpisce di più a Catania. Stangata su cibo e carburante

L’inflazione galoppa e la Sicilia è in testa. Il rapporto della Unione nazionale Consumatori sui dati resi noti dall’Istat relativi al mese di settembre offre la classifica delle città e delle regioni più care d’Italia, in termini di aumento del costo della vita. Catania la città italiana con il più alto tasso di inflazione (+11% annuo). Il carovita costa alle famiglie catanesi quasi 2.200 euro in più l’anno. Palermo è invece al 10,8% e Messina al 10,1%. Anche gli altri capoluoghi siciliani si attestano sul 10% contribuendo in modo sensibile al primato negativo della Sicilia che con il 10,4% di media è la seconda regione italiana come maggiore crescita dei prezzi su base annua (preceduta solo dal Trentino Alto Adige con il 10,5%). In testa alla classifica dei capoluoghi e delle città con più di 150 mila abitanti più care Bolzano dove l’inflazione pari a +10,8%, la seconda più alta d’Italia, ex aequo con Palermo, si traduce nella maggior spesa aggiuntiva equivalente, in media, a 2870 euro su base annua. La regione più risparmiosa è il Molise, +7,7%, pari a 1410 euro, seguita dalla Puglia (+9,1%, +1473 euro). Medaglia di Bronzo per la Basilicata (+7,8%, +1510 euro). L’inflazione all’8,9% determina una stangata per alimentari e carburanti in particolare. I rialzi di benzina e gasolio, i cui listini alla pompa sono tornati a salire negli ultimi giorni, assieme ai maxi aumenti del +59% delle bollette elettriche scattati a ottobre e ai nuovi incrementi del gas alle porte, avranno effetti diretti sui prezzi al dettaglio, portando a nuovi rincari a danno dei consumatori. Devastanti i dati sugli alimentari, i cui listini salgono a settembre dell’11,7%. Tradotto in cifre, equivale ad una maggiore spesa solo per il cibo pari a +652 euro annui per la famiglia tipo, +876 euro per un nucleo con due figli.