Sembra incredibile ed anacronistico, oltre che crudele e drammatico: nel 2022 i bambini e i migranti muoiono ancora di fame e di sete. Dopo la bimba siriana di 6 anni morta di stenti il 6 settembre scorso sull’imbarcazione dove era con la madre, il padre e la sorellina di un anno e mezzo, altri 6 migranti, 2 bimbi di uno e 2 anni, un 12enne e 3 donne secondo il racconto dei loro compagni di viaggio, non ce l’hanno fatta a resistere alle condizioni estreme e inumane della traversata. L’ennesima tragedia «orribile e inaccettabile, ripetono l’Organizzazione internazionale delle migrazioni e l’Alto commissariato per i rifugiati dell’Onu, si è scoperta quando la motovedetta della Guardia Costiera italiana ha sbarcato i 28 sopravvissuti a Pozzallo, dopo averli recuperati a 80 miglia della Sicilia da un mercantile battente bandiera liberiana che li aveva soccorsi davanti alla Libia. La barca, secondo quanto raccontato dai migranti, era partita il 30 agosto dalla Turchia con a bordo poco più di 30 persone, la stragrande maggioranza siriani e afghani. Quando è finito il carburante, la barca è andata alla deriva per giorni, spinta dalle correnti fino al largo della Libia dove poi è stata soccorsa dal mercantile. Ore e ore sotto il sole durante il giorno e al freddo durante la notte, con cibo e acqua che si riducevano sempre di più, fino a finire. «Pensiamo che siano morti di fame e di sete» dice senza mezzi termini la rappresentante dell’Unhcr Claudia Cardoletti. Le vittime sarebbero tutte siriane: come accennato oltre ai 2 bimbi piccoli, ci sarebbero un adolescente di 12 anni e 3 donne, tra le quali la nonna e la madre di alcuni bimbi che invece sono sopravvissuti. Una coppia avrebbe perso entrambi i figli minori, ma non è chiaro se i 2 bambini piccoli fossero fratelli o se uno dei 2 era il fratello del 12enne. I loro corpi, però, non erano né sul barchino né in acqua quando il mercantile li ha soccorsi su indicazione della Guardia Costiera Italiana. Dei 28 sopravvissuti, 2 si trovano a Malta: nella giornata di domenica la stessa Guardia Costiera ha disposto l’evacuazione «per gravi motivi sanitari» di una bimba insieme alla madre. Era in «grave stato di disidratazione». Ma anche gli altri 26, ospitati all’hotspot di Pozzallo, non stanno meglio. «Sono disidratati e in condizioni psicofisiche drammatiche» dicono i membri delle organizzazioni umanitarie che hanno prestato la prima assistenza a terra. Ancora più diretto il sindaco di Pozzallo Roberto Ammatuna: «Sono in condizioni terribili, come quelle dei sopravvissuti ai lager nazisti». Quella di Pozzallo non sarebbe l’unica tragedia. Alarm Phone sostiene di aver ricevuto una telefonata da un barcone con a bordo 250 persone che si troverebbe nella zona Sar di Malta partito dal Libano una settimana fa. «Hanno finito il carburante – scrive in un tweet – cibo e acqua potabile sono finiti due giorni fa». La persona che ha chiamato, inoltre, «ha detto che sua figlia di 3 mesi è morta di sete».