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L’export siciliano va a gonfie vele nonostante tutto. I dati

L’export siciliano va a gonfie vele. Lo dicono i dati ufficializzati dall’Ice (Istituto per il commercio estero). Le imprese dell’Isola, fra gennaio e marzo di quest’anno, ha registrato un incremento di vendite all’estero del +71,9% e del +59,3% di import rispetto allo stesso periodo del 2021. In valori assoluti, l’export ha toccato i 3 miliardi e 445 milioni di euro, l’import i 5 miliardi e 495 milioni, con un saldo della bilancia commerciale negativo per 2 miliardi e 50 milioni (-22,9%). Quanto alle esportazioni, come sempre fanno la parte del leone i prodotti petroliferi raffinati (2 miliardi e 65 milioni di euro, erano stati 919 milioni nel primo trimestre 2021), seguono i componenti elettronici (190 milioni), i prodotti chimici di base (174 milioni), gli alimentari (108 milioni), i prodotti di colture permanenti (91 milioni), altri prodotti chimici (82 milioni), i motori (69 milioni), l’ortofrutta (55 milioni), i prodotti della siderurgia (52 milioni) e i medicinali (49 milioni). Tra le principali voci delle importazioni, invece, spiccano il petrolio greggio (che viene poi raffinato in Sicilia, per 3,7 miliardi), i petroliferi raffinati (436 milioni), i chimici di base (153 milioni), i prodotti di colture permanenti (120 milioni), altri prodotti chimici (88 milioni), i generatori elettrici (60 milioni), il pesce (61 milioni) nonostante la Sicilia possa vantare la terza principale marineria d’Italia.