Da qualche tempo, scattata la mezzanotte, l’aria diventa irrespirabile nelle popolose zone a vocazione agricola tra Marina di Acate, Scoglitti e Punta Secca, fino all’ultimo lembo di fascia trasformata ispicese: tutto a causa delle “fumarole” inquinanti e illegali, causate da coloro che bruciano la plastica dismessa dalle serre e non solo. I controlli delle forze dell’ordine, compresa polizia locale e e protezione civile, non vengono effettuati di notte per ovvi motivi. Ma è proprio durante l’orario notturno che le “fumarole” ardono. Le “fumarole” sono diventate, soprattutto nel periodo estivo, quando sono severamente vietate dalle normative vigenti e da ordinanze comunali, un fenomeno deplorevole, pericoloso per la salute di residenti e villeggianti per via dei fumi nocivi e delle sostanze che si sprigionano dalla combustione, come la diossina. Senza contare il grave danno dal punto di vista dell’attrazione turistica delle spiagge. A puntare il dito contro questo modo scorretto di smaltire i rifiuti prodotti dall’attività agricola è FareAmbiente, che denuncia quanto accade nelle zone costiere e in particolare a Passo Marinaro, Punta Braccetto, Torre di Mezzo e Punta Secca, chiedendo l’intervento della polizia provinciale.