Corriere di Ragusa Attualità

“Curnùti e mazziàti”: città invase dai rifiuti, pagano i cittadini

“Curnùti e mazziàti” recita un vecchio adagio siculo che è più o meno l’equivalente del più elegante “Oltre al danno pure la beffa”. Il riferimento è all’aumento della tassa sulla spazzatura che sempre più comuni stanno adottando per sopperire ai costi vertiginosi del conferimento dei rifiuti fuori dalla Sicilia a causa della saturazione delle discariche siciliane. Un problema che affonda le sue radici a tanti anni fa, ma di cui nessuno si è mai occupato seriamente, e chi voleva farlo è stato rallentato e stoppato da “giochetti” politici, ostruzionismo a prescindere e lungaggini burocratiche. Di questo aspetto della “puzzolente” vicenda ci riserviamo di approfondire in merito, soprattutto su Modica, dove il problema rifiuti è molto più grave e palpabile rispetto agli altri centri iblei. E così chi ci governa grida in maniera ipocrita “Al lupo al lupo” e aumenta la tassa sui rifiuti a carico delle tasche degli incolpevoli cittadini, che al solito devono subire passivamente scelte calate dall’alto e maturate nell’ottica di anni di inadempienze e rinvii continui sul problema che in queste settimane è scoppiato come una bomba (ecologica). E così qual è la soluzione più comoda e immediata? Aumentare la Tari. Ma perché devono essere sempre i cittadini a pagare per gli errori e le inadempienze altrui, peraltro in un buio periodo di crisi, inflazione, recessione economica mai visto da decenni a questa parte? Nel Ragusano ha cominciato Santa Croce Camerina ad aumentare la Tari del 10%, seguita a ruota da Scicli. I 2 sindaci hanno accampato “spiegazioni” nel puerile tentativo di indorare la pillola, adducendo una sorta di “candore politico” che si percepisce tra le righe, perché sono stati i loro predecessori ad essersela “catamuddiàta” (ad aver perso tempo, sempre nell’evocativo dialetto siculo). Una giustificazione che appare non giustificabile, se ci passate il gioco di parole: quando tutto questo accadeva, loro dov’erano? Scommettendo che altri comuni iblei seguiranno l’esempio di Santa Croce e Scicli e breve scadenza significa vincere facile. C’è da aspettarsi che da qui alle prossime settimane sarà un susseguirsi di comunicati in cui si annuncia l’imminente aumento della tassa sulla spazzatura, a fronte di un servizio inesistente, lacunoso, gestito male e organizzato peggio. Tanto paga Pantalone, ovvero i contribuenti. Ma a tirare troppo la corda, c’è da aspettarsi che prima o poi si spezzi. E di questi tempi la corda è già bella tesa. In tutta questa situazione, le opposizioni cosa fanno? Tacciono, o nella peggiore delle ipotesi si cimentano in dichiarazioni che più inutili non si può. Nessuna presa di posizione, nessuna protesta, nessuna voce fuori dal coro. Intanto, per questa estate da dimenticare, abbiamo rimediato una gran figura di “melma” con i turisti, e gli effetti collaterali in termini di danno d’immagine li pagheremo salati nei tempi a venire. Così è, se vi pare.
CAOS RIFIUTI A MODICA: ORA INFESTANO ANCHE IL CENTRO STORICO
L’incendio che ha interessato la discarica di Augusta, dove Modica conferisce la plastica, sta facendo avvertire le sue conseguenze anche in centro storico, dove i cassonetti traboccano già da qualche giorno. Quanto durerà questa ennesima emergenza che si somma alle discariche abusive delle zone rurali e periferiche? Da palazzo San Domenico nessuna risposta e la presenza del commissario straordinario è quasi impalpabile. Quanto ancora dovranno sopportare i cittadini, almeno quelli civili? Non bisogna difatti dimenticare le orde di maleducati che gettano di tutto, facendo riformare le discariche bonificate poco tempo fa nelle campagne di Modica. Soggetti privi di senso civico che meriterebbero una lezione. Ma i controlli latitano perché non ci sono vigili urbani a sufficienza. E così Modica finisce in un cul de sac che rischia di soffocare (anche per la puzza della monnezza) tutto e tutti. E la Tari? Quella aumenterà, è un dato certo. A meno di un sommovimento popolare che potrebbe scoppiare all’improvviso, alla luce della crisi che attanaglia tutti. In questo scenario desolante anche il consiglio comunale è assente, sia la maggioranza che la minoranza. Un atteggiamento a dir poco censurabile che la dice lunga sul livello politico ormai toccato al ribasso e che dovrebbe indurre a riflessioni profonde in vista dell’imminente election day del 25 settembre e dell’appuntamento alle urne per i modicani tra poco meno di un anno per eleggere il nuovo sindaco e la civica assise. Meditate, gente, meditate. Se vi riesce.
ENNESIMA (E VANA) RIUNIONE PER L’EMERGENZA RIFIUTI NEL RAGUSANO
Ennesima riunione dei soci della Ssr Ragusa per cercare di fronteggiare l’emergenza rifiuti in provincia. La chiusura degli impianti regionali ha messo in crisi l’intero sistema provinciale nonostante i buoni numeri che la raccolta indifferenziata registra. Il presidente della Ssr Peppe Cassì ha annunciato che entro il prossimo mese riaprirà l’impianto di trattamento meccanico biologico di Cava dei modicani, chiuso nelle scorse settimane per effettuare lavori di manutenzione non più rinviabili. Sarà un passo avanti perché attraverso il tmb si riduce sensibilmente la quantità di secco da smaltire e se ne migliora la qualità, ma questo non risolverà del tutto il problema. E’ stato emanato un ulteriore avviso, in scadenza la prossima settimana, per lo smaltimento di circa 35.000 tonnellate di secco trattato, ma con la crisi degli impianti siciliani sarà necessario smaltire i rifiuti fuori dalla regione. I comuni e la stessa Ssr devono reperire le risorse per inviare in altri impianti sul territorio nazionale i rifiuti indifferenziati e nello stesso tempo individuare gli impianti, visto che molti non sono disponibili. Intanto ad Ispica continua l’iter per individuare nel territorio comunale un’area adeguata ad accogliere il nuovo sito di smaltimento che permetterebbe di completare il ciclo dei rifiuti all’interno dell’ambito provinciale. Tempi lunghi e procedure complicate mentre l’immondizia invade ormai strade, città e piazze anche a causa dell’inciviltà di tanti cittadini.

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