Compleanno in terapia intensiva per la giovane ustionata

Corriere di Ragusa Attualità

Compleanno in terapia intensiva per la giovane ustionata

VITTORIA – Ha festeggiato il compleanno in ospedale con i compagni di classe della sua scuola che frequenta, i docenti, la preside la giovane Omaima Zaouali, 20 anni appena compiuti, vittima dell’incendio appiccato il 13 giugno scorso dal fratello Wajdi, nella loro casa di piazza Unità a Vittoria, e che da allora si trova ricoverata nel reparto Grandi Ustionati dell’ospedale Cannizzaro di Catania. La preside del liceo Mazzini Emma Barrera, i docenti Andrea Guida che insegna filosofia e storia, e Margherita Donzella, professoressa di lettere, insieme a 5 compagni di classe, come racconta il Giornale di Sicilia, si sono recati a Catania, portando in dono per il compleanno un tablet su cui sono stati scaricati una serie di film per permettere a Omaima di trascorrere dei momenti diversi. I compagni hanno portato anche una torta, alcuni peluche e regali vari e una cornice contenente delle foto ricordo della classe che quest’anno ha concluso il ciclo di studi al liceo psico pedagogico.

Omaima si trova ancora in terapia intensiva e i compagni hanno potuto parlare con lei attraverso il vetro: le sue condizioni sono migliorate, ma non è ancora fuori pericolo e il percorso di recupero sarà ancora lungo. La giovane ha subito vari interventi chirurgici per il trattamento delle gravi ustioni causate dal fuoco appiccato dal fratello. La madre Mariam Sassi, 55 anni e la sorella maggiore Sameh Zaouali, di 34, sono morte a causa delle ustioni riportate, il padre Kamel, 57 anni, anch’egli gravemente ustionato, è stato ricoverato al Civico di Palermo. Unica sopravvissuta alla strage una sorella di 25 anni che studiava all’università di Torino.

Intanto il mese scorso sono stati tumulati nel cimitero di Gafsa, in Tunisia, i corpi di madre e figlia uccisi nel rogo appiccato dal figlio in casa nella notte a Vittoria. Il quartiere dove vivono le famiglie di Kamal Zaouali e di Mariam Sassi non ha dormito per poter dare l’ultimo saluto alle 2 sventurate donne. Un caldo afoso ha reso la notte ancora più dura. È un familiare a comunicare a La Sicilia da Gafsa che mercoledì mattina sono stati celebrati i funerali e a raccontare della tormentata notte, di caldo e dolore, che ha preceduto le esequie. «Ieri non abbiamo dormito. Faceva molto caldo e aspettavamo l’arrivo dei corpi di Mariam e Sameh». Sono arrivate intorno all’una e mezza di notte. I parenti delle famiglie paterne e materne, amici e vicini di casa si sono riversati in gran numero nella casa di Kamal nel quartiere di Al-Sorour a Gafsa. Mariam e Sameh sono state trasferite, nella mattinata, circa alle 10 del mattino, nel cimitero del quartiere di Al-Nour, dove i presenti hanno pregato per loro e lì sono state sepolte. «La tristezza – prosegue – ha travolto tutti e il rammarico era evidente sui nostri volti. Chiunque sia genitore ha iniziato a percepire il pericolo e i rischi delle dipendenze per le nuove generazioni, tra gli avvertimenti sulla diffusione della droga tra i giovani e gli studenti. Possa Allah avere pietà di Mariam e Sameh e concedere pazienza e conforto alle loro famiglie e ai loro cari».

Kamal e Mariam sognavano l’Italia e qui erano venuti per far nascere e crescere le loro figlie Oumaima, Sameh e Ibtisem, e Wajidi. Adesso che Mariam e Sameh non ci sono più, la grande speranza è che i progressi fatti, in termini di ripresa dalle ustioni, da Kamal e Oumaima permettano loro di poter riabbracciare Ibtisem al più presto. Lei, dotata di una capacità d’animo fuori dal comune, ha trovato e troverà nell’amore per suo padre e sua sorella Oumaima la forza per affrontare una tragedia immane.

Wajidi Zaouali, l’autore del rogo mortale, resta in carcere a Ragusa. Il 30enne aveva ammesso i fatti dinanzi al giudice delle indagini preliminari del Tribunale di Ragusa. E’ accusato dei reati di omicidio plurimo e tentato omicidio dopo che, cospargendo di liquido infiammabile la camera da letto dei genitori, il corridoio e l’ingresso dell’abitazione stabilmente occupata dal padre, dalla madre e dalle sorelle, aveva appiccato il fuoco con un accendino, causando la morte della madre Mariem Sassi, 55 anni, e della sorella Sameh, 34 anni, a causa delle gravi ustioni subite. Il tunisino era stato fermato alla stazione dei pullman, dove stava tentando la fuga.

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