VITTORIA – Si è chiuso con l’assoluzione perché il fatto non sussiste il processo di primo grado per di circonvenzione di incapace, reato di cui era accusata una ex badante di 47 anni ai danni di una commercialista 66enne di Vittoria, il cui padre, poi deceduto, era stato assistito dall’imputata. Al termine dell’istruttoria non è emersa, secondo il magistrato, la prova della colpevolezza della donna finita sotto processo e per la quale il pubblico ministero aveva chiesto la condanna alla pena di 2 anni di reclusione e 500 euro di multa. I fatti risalgono al periodo compreso tra febbraio 2015 e giugno 2019, quando l’imputata, secondo l’accusa, dopo avere lavorato come badante per il padre della donna che si è costituita parte civile, avrebbe abusato dello stato di fragilità della vittima, scaturito dalla perdita del padre, nonché dell’affetto e dall’amicizia che si erano instaurati tra le 2 donne, per trarne profitto, facendosi consegnare complessivamente oltre 70.000 euro tramite bonifici ed ulteriori somme in contanti, sfiorando la somma complessiva di quasi 100.000 euro e portando la vittima ad indebitarsi, prima di dire basta.