La nuova legge “antipezzotto”: nuovi, radicali e veloci mezzi contro la pirateria streaming

Corriere di Ragusa Nazionale

La nuova legge “antipezzotto”: nuovi, radicali e veloci mezzi contro la pirateria streaming

E’ stata già battezzata come la legge “antipezzotto”, tutela la proprietà intellettuale e dichiara guerra con mezzi concreti e immediati alla pirateria streaming audiovisiva. I 5 milioni di italiani che si stimano siano utilizzatori del “pezzotto” (il dispositivo che consente di vedere illegalmente i programmi criptati a pagamento) devono preoccuparsi. La legge anti pirateria prende di mira i siti che diffondono in modo illecito (gratuito o dietro pagamento) contenuti coperti da diritto d’autore. Come le partite, soprattutto di calcio. Finora era possibile da parte di un’autorità (per esempio, l’Agcom) chiedere che un sito venisse bloccato. Oscurato. Lo si poteva fare però a livello di Dns. Ora si potrà fare a livello di indirizzo Ip. Differenza un po’ tecnica, ma fondamentale.

Cosa significa? “Esempio: il sito Calcioillegale.com fa riferimento a uno o più indirizzi Ip”, spiega Flora. Ip (che sta per Protocollo internet), è un codice numerico che identifica un sito, una rete locale o un dispositivo. Il Dns Server invece è un sistema che traduce il nome di un sito (Calcioillegale.com) in un indirizzo Ip. Generalmente lo fornisce il provider del servizio (Telecom, Wind etc).

L’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni (Agcom) avrà poi il potere di ordinare ai prestatori di servizi di disabilitare l’accesso a contenuti diffusi in maniera illecita, anche adottando provvedimenti cautelari in via d’urgenza. Quindi l’Agcom riceve una segnalazione e immediatamente può avvertire la magistratura. Se prima fino al provvedimento il contenuto era stato violato e diffuso per tutto il suo tempo (mettiamo, una partita di calcio, 90 minuti), ora blocco e segnalazione alla magistratura sono immediati. E il blocco può avvenire entro 30 minuti. I magistrati potranno identificare i fruitori seguendo i pagamenti chiedendo anche alle banche di di avere i dati personali di chi è posto sotto indagine. Le pene sono state inasprite e dice: “Chiunque abusivamente esegue la fissazione su supporto digitale, audio, video o audiovideo, in tutto o in parte, di un’opera cinematografica, audiovisiva o editoriale ovvero effettua la riproduzione, l’esecuzione o la comunicazione al pubblico della fissazione abusivamente eseguita” a fine di lucro “sarà punito con la reclusione da 6 mesi a 3 anni e con una multa da euro 2.582 a euro 15.493”. Mentre per chi è individuato come fruitore di servizi di questo tipo (insomma, chi ha comprato il pezzotto o qualsiasi abbonamento di questo tipo), la sanzione passa da 1.000 a 5.000 euro.