ISPICA – L’ospite è colui che attraversa il Mediterraneo, che fugge dalla morte, che non vuole invadere ma cerca solo vita. Mons. Corrado Lorefice non ha dubbi sul momento difficile che tutta la comunità attraversa tra guerra e povertà. L’arcivescovo di Palermo è intervenuto ad Ispica, sua città natale, al Convento di Santa Maria di Gesù, dove, per iniziativa della Cooperativa Sociale Filotea, ha presentato Il suo libro “L’ospite porta Dio tra noi” scritto insieme a don Vito Impellizzeri, Direttore dell’Istituto di Scienze Religiose della Pontificia Facoltà Teologica di Sicilia “San Giovanni Evangelista”.
E’ stata una riflessione attenta sui diversi temi delle migrazioni e dell’accoglienza: «Nei forestieri c’è la persona di Gesù e i cristiani non sono coloro che con le labbra professano la dottrina della religione o perché con i gesti fanno atti di culto – ha detto Mons. Lorefice- ma chi lo riconosce nei poveri, nei migranti e nei rifugiati. Se i cristiani dimenticano questo vuol dire che non siamo più cristiani, anche se c’è qualcuno ci sta facendo quasi il lavaggio del cervello dicendo che prima vengono gli italiani, ma questo non ha niente a che fare con il Vangelo e la Fede cristiana perché il cristiano è colui che ha gli stessi sentimenti di Cristo Gesù.
Oggi abbiamo bisogno di concordia, carità, comunione, sentimenti di amore, compassione, gioia, unanimità, oggi purtroppo siamo bombardati da parole dure come esclusione, tensione, paura. I cristiani debbono essere segno di speranza». Parlando poi dei dieci anni di Pontificato di Papa Francesco Mons. Lorefice ha detto: “Ci ha riempito di una grande speranza perchè dice le parole essenziali del Vangelo ricordandoci che la terra è una casa comune e dobbiamo averne tutti cura e la corresponsabilità. Francesco è voce profetica per tutti”.