Artigiani ed imprese preoccupati. Il blocco del Superbonus 110% voluto dal governo nazionale per le ristrutturazioni di condomini, case e villette peserà in Sicilia su una platea migliaia di imprese che danno lavoro a 13.000 dipendenti. E’ la valutazione di Confartigianato, che ha elaborato la stima su un totale di 54.058 totale imprese artigiane attive in Sicilia nel 2019. I danni per la nostra Isola sono enormi. Il Superbonus 110% in Sicilia aveva attivato il 70,8% del valore aggiunto del settore, quota di gran lunga superiore a quella media nazionale (58,6%) ed è facile dunque dedurre che il danno sarà pesante e toccherà tutti i comparti economici.
Confartigianato Imprese Sicilia, insieme al proprio Osservatorio economico regionale, avvia la conta dei danni per le imprese del mondo delle Costruzioni, coinvolgendo in un’analisi le aziende del sistema casa. La federazione insieme ad Anaepa (Confartigianato Edilizia) ha lanciato un sondaggio web per dare voce agli imprenditori e cogliere la reale dimensione del fenomeno dei crediti incagliati nei cassetti fiscali e il suo impatto sulle imprese. L’obiettivo finale è quello di portare questi dati, raccolti e trattati in forma anonima, sui tavoli istituzionali. La federazione degli artigiani, in linea con Confartigianato nazionale, si dice fortemente contraria al repentino blocco nella circolazione dei crediti con possibili ricadute su occupazione e investimenti.
Resta anche la delusione per l’assenza, in questo Decreto Legge cessione crediti, di una definitiva soluzione per i crediti incagliati, che si ritiene debba essere ricercata nell’individuare un acquirente di ultima istanza. “Il sistema della cessione dei crediti dei bonus edilizi – lancia l’allarme Daniele La Porta, presidente di Confartigianato Sicilia – è sempre stato farraginoso sin dall’inizio con tantissime lacune che purtroppo hanno portato inevitabilmente all’affossamento di imprese e famiglie. Con questo DL speravamo in una soluzione che risolvesse il problema dei crediti incagliati che non è arrivata. Inoltre il Governo blocca, tranne in alcuni casi, la possibilità di continuare ad applicare lo sconto in fattura o a cedere i crediti”.
L’ADDIO AL SUPERBONUS E L’ALLARME DELL’ANCE: “RISCHIO TRACOLLO”
Addio Superbonus: il governo della premier Giorgia Meloni vara una massiccia restrizione ai bonus edilizi. Il decreto legge approvato dal consiglio dei ministri prevede infatti uno stop totale alla cessione del credito e allo sconto in fattura per i nuovi interventi. Dall’entrata in vigore del decreto, per i vari interventi edilizi (dalle ristrutturazioni all’efficienza energetica, dalle facciate alle colonnine) “non è consentito l’utilizzo” delle 2 opzioni previste al posto delle detrazioni fiscali, ovvero cessione e sconto, con l’eccezione gli interventi per cui sia già stata presentata la Cila.
“E’ mancato nel governo precedente una pianificazione sui crediti del superbonus e si è lasciato lievitare il numero di questi crediti”, spiega il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani, secondo cui “La situazione era ormai fuori controllo ed è stato necessario intervenire per tamponare errori commessi in passato. Un’azione a tutela di imprese, cittadini e banche”, conclude Tajani.
“E’ chiaramente una misura di impatto per bloccare gli effetti di una politica scellerata, utilizzata anche in campagna elettorale, che ha prodotto anche un beneficio per alcuni cittadini, ma che ha posto in carico a ciascun italiano dalla culla 2000 euro”, aggiunge il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti. Mentre il sottosegretario alla presidenza Alfredo Mantovano precisa che le categorie sono convocate già per lunedì a Palazzo Chigi.
Uno stop netto che si aggiunge a quello relativo alla sola cessione dei crediti alle amministrazioni e che ha acceso le preoccupazioni del mondo delle imprese. “Se il governo blocca l’acquisto dei crediti da parte degli enti pubblici che si stanno facendo carico di risolvere un’emergenza sociale ed economica sottovalutata dalle amministrazioni centrali, senza aver individuato ancora una soluzione strutturale, migliaia di imprese rimarranno definitivamente senza liquidità e i cantieri si fermeranno del tutto con gravi conseguenze per la famiglie”, ha detto la presidente dell’Ance Federica Brancaccio. Per l’Ance, senza una soluzione immediata sarà “tracollo”: “Così il governo affossa famiglie e imprese”, denuncia.