MODICA – Le condizioni finanziarie del comune di Modica in una deliberazione di 102 pagine. Il lungo documento firmato dal presidente della sezione di controllo per la Regione Siciliana della Corte dei Conti Salvatore Pilato, a conclusione dell’adunanza del 20 dicembre scorso dalla quale emergono tutti gli elementi critici dello stato di salute dell’ente. Tutta una serie di elementi, contenuti nel documento, non lasciano tranquilli. Si legge infatti nel documento della Corte: “Occorre precisare, a scanso di equivoci, che il Comune di Modica è lontano dal risanamento, avendo ancora un notevole disavanzo (anche di nuova formazione, da sottostima dei fondi accantonati nel rendiconto 2020) e debiti (seppure molto ridotti) verso le partecipate. Ciò comporta, in sostanza, che il reale e concreto risanamento dovrà emergere in sede di controllo sull’attuazione del Piano, pena la dichiarazione di dissesto con specifico riguardo al grave e reiterato mancato rispetto degli obiettivi intermedi”.
La Corte, tuttavia, ha espresso un giudizio “nel complesso soddisfacente” in merito allo stato di attuazione di un piano di riequilibrio, richiedendo, in ogni caso, all’ente di adoperarsi ai fini del conseguimento, quanto prima, di tutti gli obiettivi. C’è inoltre una raccomandazione per l’amministrazione, i dirigenti ed il segretario comunale che sono tenuti, secondo le rispettive competenze, a segnalare il maturare di eventuali condizioni che possono portare alla dichiarazione di dissesto “con piena assunzione di responsabilità per i danni che possano derivare alle finanze pubbliche dall’elusione della normativa in materia”.
La Sezione della Corte dei conti specifica che “procederà a una rigorosa verifica semestrale degli impegni assunti dall’ente e delle prescrizioni che sono state date. Si tratta di un monitoraggio vero e proprio per verificare lo stato di attuazione dello stato di riequilibrio ed il conseguimento degli obiettivi intermedi relativi alle singole annualità del piano. La conclusione dei magistrati contabili non ammette incertezze: “Si rammenta che il reiterato e grave mancato rispetto di tali obiettivi, accertato da questa Sezione, determina la conseguente dichiarazione dello stato di dissesto, con le conseguenti responsabilità previste dall’ordinamento”. Palazzo S. Domenico resta dunque sotto osservazione e con la spada di Damocle del dissesto e sarà bene che il commissario straordinario in prima persona proceda al rispetto delle prescrizioni date dalla Corte ed in particolare quelle sul ripianamento dei debiti riguardanti le partecipate, la riscossione dei canoni ed un sostanzioso e credibile piano recupero, il rientro dalle anticipazioni di liquidità con la banca tesoriera e il ripiano del disavanzo accumulato negli anni.