Calcio, serie D/I
C’è amarezza nel Ragusa per quanto è successo a Catania. Per l’ennesima volta gli azzurri non sono riusciti a chiudere in formazione completa la partita. Era successo con Trapani, Licata e Castrovillari per stare alle ultime partite e tutto questo è stato pagato a caro prezzo in termini di assenze e punti in classifica. Contro il Catania, per stare ai fatti, si è trattato invece di una espulsione incomprensibile e non determinata certamente da proteste perché Cess è stato ritenuto responsabile di fallo da ultimo uomo (nella foto l’azione incriminata nell’ area del Ragusa). Dice Filippo Raciti: “Ma come si fa a cuor leggero ad estrarre un cartellino rosso senza esserne certi almeno al cinquanta per cento? Per il resto, i ragazzi hanno cercato di gestire nel modo migliore la parte rimanente della partita. Ma contro il Catania capolista era difficile riuscire a pareggiare i conti. Davvero un peccato perché, nei primi venti minuti, avevamo tenuto botta, avevamo cercato di dire la nostra anche se non semplice. Avremmo potuto giocarcela ma, in questo modo, tutto è stato compromesso”. Rincara la dose il presidente Giacomo Puma: “Una decisione cervellotica dell’arbitro ci ha di fatto estromessi dalla possibilità di potercela giocare sino all’ultimo. Sono parecchi gli episodi di torti arbitrali subiti. Ogni domenica ce n’è uno per non parlare delle espulsioni. Decisioni meritate? Malafede? Disattenzione? O cos’altro? Noi continuiamo ad andare avanti, lo dobbiamo alla città e ai nostri tifosi. Ma tutto quello che sta accadendo ci lascia riflettere. Ci faremo sentire nelle sedi opportune perchè Ragusa merita il massimo rispetto e non possiamo essere trattati così”.