Il terremoto dell’11 gennaio 1693 ricordato a Ragusa e Modica

Corriere di Ragusa Attualità

Il terremoto dell’11 gennaio 1693 ricordato a Ragusa e Modica

Il terremoto dell’11 gennaio 1693 resta il più disastroso che abbia mai interessato il territorio italiano dopo quello di Messina del 1908. Il 330° anniversario dell’evento che cade mercoledì sarà ricordato in tutto il Val di Noto ed in particolare a Ragusa e Modica che furono insieme ad altri 55 centri abitati le città più colpite. Ragusa contò 5.000 morti su una popolazione di 10.000, Scicli 2.000, Chiaramonte 300, Modica 3.500 su una popolazione di 18.000 abitanti, 2.200 a Spaccaforno, 300 a Comiso. Più limitati danni e perdite a Vittoria, città ancora in fase di crescita.

In tutta l’area che va da Siracusa fino alla valle dell’Ippari, passando per la catena montuosa degli Iblei, si contarono in tutto 60.000 vittime, con la perdita di un quarto della popolazione residente. Uno scenario devastante di morte e distruzione che si rivelò, grazie ad una classe dirigente e nobiliare illuminata, un fattore di rinascita. La ricostruzione diede infatti vita alle città tardo barocche ammirate in tutto il mondo con gioielli architettonici ed urbanistici che caratterizzano ancora oggi Noto, Modica, Ragusa Ibla e Scicli in particolare.

Ragusa, per esempio, si divise tra Ibla e la nuova città costruita sulla collina del Patro per la divisione delle famiglie più abbienti. Fu dunque un fenomeno complesso anche dal punto di vista sociale perché cambiarono gli equilibri tra le classi, perché nacquero e si affermarono nuove professioni e maestranze che resero possibile la ricostruzione. Una rinascita la cui bellezza l’Unesco ha riconosciuto dichiarando le città barocche del Val di Noto patrimonio dell’Umanità. La grande bellezza del sud est è stato dunque frutto di un evento luttuoso collettivo che non ha risparmiato tutte le fasce di una società allora nettamente suddivisa tra aristocrazia e plebe. Modica ha ricordato dunque il terremoto con il convegno “Modica e il terremoto, la città ricorda nel 330° anniversario del 1963” svoltosi al Teatro Garibaldi.