ACATE – Spuntano i primi indagati nell’inchiesta della procira di Ragusa sulla scomparsa di Daouda Diane, l’ivoriano 37 enne operaio e mediatore culturale, sparito nel nulla il 2 luglio scorso da Acate. I pm, coordinati dal procuratore Fabio D’Anna, indagano per omicidio e occultamento di cadavere. Un’inchiesta resa difficile anche dai ritardi nella denuncia di scomparsa, presentata solo dopo 8 giorni. Prima di sparire l’ivoriano aveva pubblicato un video in cui denunciava la presunta situazione di caporalato e di mancanza di sicurezza nell’azienda dove lavorava.
La parola “Verità” intanto campeggia sulla scalinata del Teatro comunale grazie alle tante candeline che il coordinamento ragusano di Libera ha sistemato. La serata è servita a ricordare la scomparsa di Daouda. Nel corso dell’evento sono state anche ricordate le 2 vittime della strage di San Basilio consumatasi il 2 gennaio del 1999 nel bar accanto allo stadio, quando in un agguato malavitoso persero la vita anche degli innocenti, colpiti dalla gragnuola di proiettili del commando.
2 eventi tragici sui quali Libera non intende far calare il silenzio ed entrambi meritevoli di memoria. “Come è possibile – dice il coordinatore di Libera, Vittorio Avveduto – che nessuno abbia visto niente. Il cellulare di Daouda all’improvviso si è spento e e di lui non si è saputo più nulla. Daouda appartiene alla categoria degli esclusi, dei dimenticati, dei lavoratori sfruttati che non hanno voce”.
In piazza del Popolo, presente anche la Cgil con il suo segretario Peppe Scifo, che ha ricordato l’impegno di Doauda sul lavoro ed in difesa dei suoi compagni. Sulla scomparsa di Daouda si registra anche la lettera aperta al Capo dello Stato, Sergio Mattarella, di Bruno Giordano, magistrato di Cassazione ed ex direttore dell’Ispettorato nazionale del lavoro. Scrive, tra l’altro, il magistrato: “Non possiamo sciogliere Diane nell’acido dell’omertà e dell’indifferenza”.