RAGUSA – L’iter del nuovo Piano regolatore è stato avviato a Ragusa tra le polemiche. Le opposizioni contestano tempi, modi e scelte operate dall’amministrazione e dai tecnici e chiedono risposte al sindaco Peppe Cassì, chiamato in causa in prima persona per il cambio di destinazione d’uso di alcuni terreni che solo di proprietà della famiglia del sindaco. Un’accusa che il sindaco ha subito rinviato al mittente ma sulla quale Pd, M5S, Patto per Ragusa, Territorio e Ri-pensare Ragusa insistono. Le opposizioni chiedono chiarezza anche su altri punti, contestando in particolare come il territorio della città viene esteso per 800.000 metri quadrati e che la valutazione dell’amministrazione, la quale ha sostenuto che il nuovo Piano regolatore sia a consumo zero di terreno, non sia vera. Per le opposizioni lo strumento urbanistico non è solo un fatto tecnico, ma è frutto di una scelta politica e di questo il sindaco Cassì porta la responsabilità.
