MODICA – Il Piano di riequilibrio del comune di Modica è stato approvato dalla Corte dei Conti. Ora bisognerà assolvere tutti gli impegni che sono stati assunti nella stesura del Piano e sollecitati a più riprese dagli stessi giudici amministrativi. Nel Piano di riequilibrio, la cui prima stesura risale al dicembre 2012, e che ha subito negli anni altre rimodulazioni, sono stati definiti appunto tutta una serie di passaggi per evitare che il comune sia dichiarato in dissesto. La soddisfazione è arrivata puntuale, ma non deve alimentare aspettative fuorvianti, perché la situazione delle finanze di Palazzo S. Domenico resta difficile.
Grava infatti il monte dei debiti fuori bilancio che il commissario non ha ancora quantificato e dei quali la Corte dei conti a suo tempo sottolineò il pericolo incombente. Restano ancora le criticità sulle quali l’ente non ha messo mano. Prima tra tutti l’incapacità di riscuotere i tributi che restano non pagati dai cittadini per un buon 50%, se non meno. C’è poi la questione della società partecipate che bisogna risanare e sciogliere. Nodi vitali che devono essere affrontati e risolti per rimettere i conti in sesto. Uno dei punti che a suo tempo la Corte aveva sollevato è stato negli anni invece avviato verso la soluzione e riguarda il numero del personale, i cui oneri pesano sul bilancio.
Modica è passata negli ultimi anni da poco più di 600 impiegati, tra esodi pensionamenti e incentivazioni all’uscita, ad un terzo di essi con evidente sollievo. Vito D’Antona, già consigliere comunale, ha scritto una nota a margine dell’approvazione della Corte dei conti: “Per il Comune una fase di incertezza mentre si apre una prospettiva, ben più impegnativa – dice D’Antona – rivolta alla puntuale attuazione entro il 2028 di tutte le misure contenute nel Piano, con lo scopo di risanare e portare ad equilibrio la situazione economica del Comune. In questa direzione l’attuale situazione finanziaria del Comune, caratterizzata da una notevole mole di debiti, da ritardi nei pagamenti e da un carente servizio di riscossione dei tributi renderà il compito ben più difficile.
Spetta alle amministrazioni comunali dei prossimi 6 anni, attraverso una rigorosa politica finanziaria, costituita da una equa leva fiscale e da una selezione delle spese a garanzia dei servizi ai cittadini – conclude D’Antona – dare attuazione al Piano, allontanando così definitivamente il pericolo del dissesto”. Dunque c’è poco da rallegrarsi: bisogna piuttosto rimboccarsi le maniche e non dormire sugli allori, perché questo non è un punto d’arrivo, ma d’inizio.
Nella foto in alto: palazzo San Domenico, sede del comune di Modica