Città che si svuotano e Sicilia “divora suolo” con Modica che primeggia

Corriere di Ragusa Economia

Città che si svuotano e Sicilia “divora suolo” con Modica che primeggia

Città che si svuotano, periferie che crescono, campagne che scompaiono. Il consumo di suolo non si ferma e la Sicilia guida la classifica delle Regioni in cui crescono a dismisura insediamenti abitativi e industriali a tutto svantaggio della vivibilità e della ecosostenibilità. Il rapporto Ispra mette a nudo tutte le criticità dell’Isola, visto che ci sono 10 città siciliane dove il consumo di suolo è intenso. Negli anni presi in esame, dal 2020 al 2021, Catania è in testa alla classifica con il 32% abbondante di suolo consumato, seguita da Modica con il 24%, Ragusa è al quarto posto con il 19%, Scicli e Ispica completano il quadro provinciale con il 13%. Spicca il dato di Modica che si piazza al 23° posto in Italia e vede crescere l’occupazione del suolo soprattutto nelle campagne. Il fenomeno modicano si è intensificato in particolare nell’ultimo biennio. Stessa storia anche per Ragusar e anche Scicli.

Tutto ciò riflette un andamento nel tempo molto significativo che ha portato, in particolare a Modica, allo spopolamento del centro storico, Modica Alta in particolare, e allo spostamento di famiglie e insediamenti produttivi al quartiere S. Cuore negli ani 70-80. Questa dimensione non ha soddisfatto i ceti più abbienti e negli anni 2000 si è verificato un ulteriore fenomeno che si è tradotto nella spasmodica ricerca di suolo per costruire villette unifamiliari nelle zone più ridenti della campagna. Il risultato è sotto gli occhi di tutti, perché il centro storico diventa luogo per ristorazione ed eventi, ma nulla di più, mentre le periferie languono con tutti i loro problemi di vivibilità e servizi, mentre le campagne hanno bisogno di infrastrutture che l’ente comunale deve fornire come acqua, luce, accessibilità.

E’ un fenomeno che coinvolge tutti i comuni siciliani ma in particolare, come Modica, quelli che non si sono dotati per tempo di piani regolatori adeguati e rispettosi delle identità urbanistiche favorendo il rientro nei centri storici con opportuni sostegni e incentivazioni. La realtà è che da Ragusa e Modica andando verso il mare tra dieci anni si avrà un continuo insediamento e la sparizione del verde e dei tratti distintivi della campagna.