Sicilia in recessione. Per il 2023 il calo del Pil (Prodotto interno lordo) sarà dello 0,4%. Il dato è contenuto nell’ultimo rapporto Svimez 2022 ed ancora una volta la Sicilia sembra più in difficoltà delle altre regioni A far peggio saranno Molise (meno 1 per cento), Calabria (meno 0,9 per cento), Campania e Puglia (entrambe a meno 0,5 punti). Ma nel computo pesa anche il cattivo risultato, ormai praticamente acclarato, dell’economia siciliana nel 2022, che chiuderà l’anno con un più 2,4 per cento.
Nel rapporto numero 49 di Svimez si ripropongono quindi in un contesto estremamente negativo per l’economia globale, tutti gli storici ritardi, sempre denunciate puntualmente dall’Associazione, che dividono le due macro aree dell’Italia. E sul quale pesa innanzitutto una peggiore situazione delle famiglie. La Svimez valuta infatti che “a causa dei rincari dei beni energetici e alimentari l’incidenza delle famiglie in povertà assoluta potrebbe crescere di circa un punto percentuale salendo all’8,6 per cento, con forti eterogeneità territoriali: più 2,8 punti percentuali nel Mezzogiorno, contro lo 0,3 del Nord e lo 0,4 del Centro. In valori assoluti si stimano 760 mila nuovi poveri causati dallo shock inflazionistico (287 mila nuclei familiari), di cui mezzo milione al Sud”. Il tutto considerando sempre attivi i sistemi di aiuto alle famiglie oggi attivi, e ampiamente contestati, come il reddito di cittadinanza e il Rem che, scrive Svimez, ha ridotto “di un milione, 750 mila al Sud, 260 mila al Nord” le persone in condizione di povertà assoluta, citando i dati Istat.
Tutto questo si accompagna a una ripresa dell’occupazione mai completata (meno 2,6 punti percentuali al Sud sul 2018), e naturalmente all’aumento dei prezzi per i beni di consumo, che Svimez calcola per una media annuale del 8,5 per cento, con una accelerazione ben sopra la media negli ultimi mesi in Sicilia certificata da Istat, con ottobre che ha chiuso quasi al più 12 per cento su base annua con Catania e Palermo città leader con il 15%. Un record nazionale. Il calo dei consumi sarà infatti la prima causa della recessione secondo Svimez, anche perché sono “gli acquisti coperti per il 70 per cento dagli ammortizzatori sociali” per le famiglie che ne hanno accesso. E non va certamente meglio alle imprese: degli oltre 49 miliardi di euro in più spesi per i rincari energetici, a oggi circa il 20 per cento (8,2 miliardi di euro) grava sulle aziende del Sud, nonostante queste producano “solo il 10 per cento del valore aggiunto nazionale”.