Sicilia cara e in testa alla classifica dell’inflazione. Si profila un Natale nero per i siciliani per l’impennata di generi alimentari, elettricità e carburanti. La rilevazione dell’Istat sui dati dell’inflazione pone la Sicilia al top della graduatoria delle regioni per incremento dei prezzi al consumo con il 14,4%. E se non bastasse le 3 città metropolitane, Catania (+15,6%), Palermo (+14,9%) e Messina (+14,1%), sono le prime 3 città per aumento dei prezzi. In Sicilia la città che fa registrare la media più bassa è Enna ma le altre, Ragusa compresa, si attestano attorno al 12%. Non è poco in una regione afflitta da ritardi atavici, arretratezza nei servizi e lenta modernizzazione. Lo scenario, alla luce di questi dati, è quello di un fine anno all’insegna del risparmio per colpa dell’indice dei prezzi al consumo, che registra un aumento del 4,4% rispetto a settembre. Meno reddito e più inflazione innescheranno una tempesta perfetta sul territorio siciliano perchè i consumi scenderanno di conseguenza e le tredicesime saranno destinate al pagamento delle bollette e non certamente per cenoni e regali sotto l’albero. Il settore più colpito sarà quello del commercio al dettaglio visto che dovendo pagare bollette gonfie resteranno pochi soldi in tasca. Il calo dei consumi, tuttavia, sarà mitigato dall’arrivo dei turisti che hanno una buona propensione alla spesa con prospettive positive per alberghi, ristoranti e servizi turistici. Per il terziario invece sarà sofferenza proprio quando si sperava in una ripresa nel primo Natale senza alcuna restrizione covid.
